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Rubina, tutta colpa delle polpette e del polpettometro?i
Ma no (ride, ndr); più che altro ero davvero stremata da tutte le prove e dai Pressure che ho dovuto affrontare. In più ho dovuto scontrarmi, alla fine, con Erika, che di prove vere, di Pressute Test, intendo, non ne ha mai affrontate e si è presentata alla sfida finale fresca, riposata. Questo è stato davvero fatale per me. Che sono stata anche un po’ vittima dei meccanismi di gara e delle strategie di alcuni concorrenti che, evidentemente, mi temevano e hanno trovato comodo mandarmi a casa.
Carlo Cracco, però, ha speso parole di grande stima nei tuoi confronti. Cito testualmente: Continua a inseguire il tuo sogno, perché potrai realizzarlo fuori da questa cucina”. Quanto è importante questo complimento per te?
È l’attestato di stima più importante che abbia mai ricevuto, il complimento più grande che qualcuno mi abbia mai fatto. Non lo dimenticherò mai, lo porterò per sempre con me, perché mi proni a fare sempre melio e a non arrendermi mai.
Qual è il momento più difficile che hai dovuto affrontare in gara?
Ciò che mi ha davvero provata, che mi ha fatto piangere molto è stata la costante pressione delle prove a cui sono stata sottoposta, messa in difficoltà, comegià ho detto, da tutti perché ritenuta una persona fra le più determinate, dal carattere forte e tenace, che lotta fino alla fine. E così è stato.
Sei soddisfatta del percorso che hai fatto?
Non posso che essere orgogliosa del percorso fatto, perché neanche per un secondo ho mollato, neanche per un secondo ho pensato di calpestare qualcuno per i miei obiettivi, rimanendo concentrata solo sul cibo, che da sempre mi rende felice. Comunque sia, il mio nuovo percorso inizia proprio adesso.
Come è iniziata questa avventura a Masterchef?
È iniziato tutto una mattina in cui, fra un libro di cucina e l’altro, mi ritagliai il tempo per inviare la candidatura a MasterChef.
Dalla banca alla cucina. Un bel passo…
In realtà avevo già lasciato la banca per inseguire il mio grande sogno, che a 33 anni mi aveva riportata tra i banchi di scuola, e che da sempre mi fa svegliare di notte, per annotare sul taccuino che tengo nel cassetto del comodino, nuove ricette. Ho pensato che MasterChef sarebbe stato un grande banco di prova, la più grande occasione di dimostrare quanto, per me, il cibo sia fonte di vita. Quando mi hanno selezionata e consegnato il grembiule, ossia il lasciapassare per la cucina di Masterchef, sono salita sulla grande giostra che mi ha portata fino ad oggi, più forte e più determinata di prima.
Cosa ti ha insegnato Masterchef?
Grazie a questa straordinaria esperienza sono cresciuta molto, sia personalmente che professionalmente, lavorando giorno e notte in cucina o studiando per prepararmi a cosa avrei trovato sotto quelle Mystery Box, il giorno successivo.
Giovanni, uno dei concorrenti tuoi avversari, ha cercato di portare la filosofia in cucina. Anche tu, in un certo senso, hai una tua filosofia, un tuo modo di vedere il cibo.
Il cibo, per me, è vita e deve essere rispettato. Non possiamo avere rispetto di noi stessi se prima non si impara a rispettare il cibo. Sono nata con gravi intollerante che mi hanno portata a limitare molto la mia alimentazione, fin dall’infanzia. Non potevo bere latte, mangiare uova, mangiare grano, per cui i miei ricordi d’infanzia non sono legati a crostate o tazze di latte, bensì a bicchieri di acqua calda zuccherata con cacao, in cui inzuppavo biscotti di riso. Nei miei piatti ho cercato sempre di portare le mie sperimentazioni, ma soprattutto il giusto equilibrio fra gusto, bellezza e benessere. Questa è rimasta la mia filosofia di cucina.
Ora che direzione prenderà la tua strada professionale?
Sicuramente non in banca. Mi hanno dato la possibilità di tornare bambina e di giocare tra i fornelli, chi cresce più?! Chi vuoi che riesca a riportarmi in banca?! La cucina, i fornelli, il ristorante sono il mio futuro.