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Non si è trovato di meglio che riaccogliere Raffaella Carrà, dopo la fuga dello scorso anno, e affiancarle artisti del panorama della musica leggera che riceveranno, in popolarità da The Voice, molto più di quanto loro stessi non daranno al talent show. Dolcenera, Emis Killa e Max Pezzali si preparano al grande lancio nel mondo dei talent e seguiranno certamente le sorti di J-Ax diventato, suo malgrado, un personaggio grazie a The Voice 2 e a Suor Cristina che, scegliendo di entrare nel suo team, lo portò alla vittoria nella seconda edizione.
La prima puntata di The Voice 4, andata in onda mercoledì 24 febbraio su Rai2, ha evidenziato, innanzitutto, che sono cambiate le dinamiche tra i giudici. Gli autori e la produzione hanno capito che i quattro coach avrebbero dovuto imporsi fin da subito con un comportamento determinato, familiare e trasgressivo allo stesso tempo che mettesse in evidenza la personalità di ognuno. A centrare meglio l’obiettivo è stata Dolcenera che ha fatto mettere in funzione anche il primo “bip” del programma per coprire un’espressione molto grossolana da lei pronunciata.
I tre neo- coach hanno mostrato atteggiamenti disinvolti, forse troppo disinvolti, finalizzati a nascondere, molto probabilmente, l’emozione dell’esordio. Il talent si è svolto in atmosfere calcatamente giovanilistiche, amplificate da ritmi veloci e da un montaggio svelto, incalzante, con molti primi piani sia sui giudici che sui partecipanti. Le telecamere, insomma, hanno sottolineato con attenzione le dinamiche tra i quattro coach che, spesso, sono sembrate anche costruite per stimolare l’attenzione e la curiosità del pubblico e fidelizzarlo al programma.
Paradossalmente, in un contesto simile, è stata proprio l’immagine di Raffaella Carrà a passare in secondo piano. La Raffa nazionale cerca una sorta di riscatto dal flop del suo show Forte Forte Forte andato in onda su Rai1 con scarsissimo gradimento di pubblico nel gennaio del 2015. In una sorta di gioco, chissà quanto prestabilito, la Carrà è stata presa, ironicamente di mira dai suoi colleghi. Si è fatta persino prendere in braccio da un concorrente, dimostrando una apparente e coinvolgente disponibilità.
Non è da condividere, invece, l’atteggiamento adulatorio utilizzato dai coach per convincere i partecipanti ad entrare nella propria squadra. Troppi complimenti e lodi che si smorzano nel corso delle puntate quando bisogna necessariamente eliminare i concorrenti nel rispetto del regolamento.
Infine, la sorpresa: la presenza di Gigi D’Alessio come finto concorrente. Un ulteriore mezzo per mantenere fisso il telecomando su Rai2.
Sulla reale potenzialità canora dei partecipanti nutriamo molti dubbi. Ma questo è un altro discorso.
Raffa perché hai permesso a un cafardo di entrare in giuria?
Sono perplesso e meravigliato, avrei voluto lasciare qualche commento anche nelle edizioni precedenti in quanto the voice ha un denominatore comune , in inghilterra , in italia, in america…. etc etc etc… la mia meraviglia stà nell’appunto che si presentano dei personaggi che tra l’atro hanno avuto successo in un diverso stile e che comunque sanno cantare in maniera lodevole volendo intraprendere una diversa via che era la loro … e…. i coach ( alcuni ) dicono o perlomeno non si girano in quanto per loro non sanno cantare o interpretare… !!!!???? Ma dico io nella mia ignoranza , The voice non dovrebbe premiare le persone che cantano perlomeno bene ,che hanno delle qualità e che in tutti i casi devono essere instradati a prendere una giusta via appartenente alle proprie corde vocali ???? Coach ,… non vuol dire allenanatore ?…