Le persone dovranno sottoporsi alle stesse regole dei detenuti, mangiare lo stesso cibo e seguire gli stessi orari di vita come si svolge nel carcere di massima sicurezza. Si tratta di un esperimento sociale e televisivo assolutamente rivoluzionario ideato dallo sceriffo Jamie Noel che ha scelto personalmente i 7 individui da inserire nelle carceri.
Ci saranno momenti di grande tensione, si cercherà, però di far luce sulle lacune del sistema carcerario americano e sulla corruzione presente nel penitenziario di Clark. Tutto questo sarà mostrato senza filtri insieme alle dinamiche più cruente della vita dei detenuti. Le telecamere di Crime+ Investigation seguono da vicino e senza alcuna censura l’esperienza dei 7 partecipanti al docu-reality. Tra questi ci sono una poliziotta, una mamma casalinga, un ex marines e un insegnante. Tutti sveleranno al pubblico le motivazioni per le quali hanno voluto sottoporsi a questo esperimento. Ma tra i partecipanti c’è anche una persona che ha dovuto cambiare nome per non farsi riconoscere: si tratta della figlia del campione di pugilato Muhammad Ali (ex Cassius Clay). La giovane si chiama Maryum Ali ed ha partecipato in incognito. {module Pubblicità dentro articolo}
Negli Stati Uniti il docu-reality ha già conquistato un pubblico interessato all’esperimento. Anche i risultati d’ascolto sono stati positivi per cui è stata già confermata una seconda stagione. In questi giorni sono in corso i casting per la ricerca dei nuovi partecipanti. Si tratta di casting particolari che devono valutare le qualità psicologiche di sopportazione di chi si candida a vivere due mesi in condizioni così estreme.
“I miei hai 60 giorni all’inferno” ha ricevuto critiche positive dalla stampa statunitense. E per una volta la critica e gli ascolti vanno di pari passo in sintonia. Infatti il primo episodio andato in onda è stato seguito da 1.200.000 spettatori che per la rete statunitense A+E Networks è un risultato estremamente positivo. Hollywood Reporter ha sottolineato il realismo con cui il docu-reality è stato realizzato: “non si tratta di una prigione da film di Hollywood, ma di una vera prigione affollata oltre i limiti del consentito. Si percepisce chiaramente la claustrofobia dell’ambiente. Inoltre la violenza vista è reale e straziante. Siamo cioè in presenza di un fatto vero e non di una fiction”.
Ecco chi sono i protagonisti de “I miei 60 giorni all’inferno“.
Barbra moglie di un militare e madre di due bambini piccoli. È stata scelta perché le sue opinioni sono condivise da una buona parte della popolazione americana.
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Jeff ha lavorato per molti anni nella security per il casino di Las Vegas e per alcuni grandi magazzini.
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Zack ex marine, figlio di un pastore protestante, marito e padre di un bambino di 2 mesi. Si prepara ad entrare nella polizia.
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Tamy è un agente di polizia che vuole scoprire se davvero la pena serva a riabilitare i criminali.
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Robert è un insegnante impiegato nel volontariato. Crede che il sistema carcerario americano sia poco severo.
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Isaiah. Il fratello è stato arrestato e non si sa quando sarà rilasciato. Lui con questo esperimento vuole capire quali sono le sofferenze che sta patendo il fratello.
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