Lo spostamento teatro delle ultime sfide è stato quello da Paarl – città dei vini migliori del Sudafrica – a Città del Capo. Le coppie che si giocavano la vittoria erano Le Signore della TV (Maria Teresa Ruta e Patrizia Rossetti), Le Mannequin (Linda Morselli e Rachele Fogar) e Gli Scoppiati (Fabrizio Colica e Tommy Kuti).
Quella che si è conclusa è la settima edizione del reality condotto da Costantino Della Gherardesca. Nonostante i buoni risultati di ascolti della scorsa settimana, è stata una delle stagioni più difficili non solo per gli ascolti in termini assoluti ma anche per il coinvolgimento che è riuscito a suscitare.
Come avevamo già accennato nell’ultima puntata, il format inizia ad apparire usurato e richiede interventi.
Di seguito potrete ripercorrere il racconto in diretta della puntata.
Apertura con il Coro dei bambini della Scuola Mbekweni, che canta “Asimbonanga”, la canzone dedicata a Nelson Mandela e inno anti-apartheid.
La coppia che risponderà per prima a sei domande (con l’aiuto dei bambini del coro), riceverà la busta rossa con le indicazioni sulla prima missione.
Vincono Le Signore della Tv, che ricevono la busta rossa e iniziano a partire. Dopo di loro, partono Gli Scoppiati, mentre Le Mannequin devono ancora rispondere alle sei domande necessarie.
La meta del primo spostamento è il campo di rugby del Paul Roos Gymnasium di Stellenbosch. Ma prima ancora l’esterno del carcere di Robben Island – in cui Mandel fu detenuto – dove c’è una statua di Nelson Mandela, a cui i concorrenti dovranno rendere omaggio.
Il compito è quello di lasciare un messaggio scritto di proprio pugno, accendere un cero e lasciare un mazzo di fiori.
Per ora, sono ancora in vantaggio Le Signore della Tv, mentre è testa a testa tra Gli Scoppiati e Le Mannequin.
Arrivati al campo di rugby, alle coppie toccherà cimentarsi con la palla ovale e strappare a 12 giocatori profesisonisti almeno tre nastrini di colore diverso.
Poi dovranno far calciare i rugbisti a cui hanno strappato i nastrini e fargli totalizzare almeno dieci punti con i calci piazzati.
Poi, di nuovo via verso il Metropolitan Golf Club. Ancora avanti Le Signore della tv, ma stanno incontrando qualche problema e iniziano a scaldarsi l’una contro l’altra. Gli Scoppiati recuperano terreno.
Intanto, Costantino Della Gherardesca racconta l’apartheid e le suddivisioni in township su cui si basava la segregazione.
Il racconto, oltre che ad istruire il pubblico, serve ad introdurre una nuova prova intermedia: le coppie dovranno arrivare in una di queste township e impararne danze, canti e balle caratterisitici.
Saranno gli stessi sudafricani a valutare la sufficienza della loro partecipazione. Qualche difficoltà per Gli Scoppiati, che però sono i primi a raggiungere l’obiettivo e ricevere la busta rossa.
Direzione Metropolitan Golf Club di Cape Town, dove Costantno Della Gherardesca si diverte sul prato con le mazze e le palline.
Una volta arrivati, i concorrenti avranno dieci minuti per provare ad andare in buca con un solo colpo da una distanza prestabilita.
Le Mannequin e Gli Scoppiati sono i primi ad arrivare, mentre Le Signore della tv sono più attardate.
Le Mannequin si dimostrano abili e vanno in buca per prime.
Costantino le aspetta a Noble Square, una piazza dedicata a quattro Premi Nobel sudafricani: Desmond Tutu, Nelson Mandela, Nkosi Albert Luthuli e F.W. de Klerk.
Si chiude così il primo giorno di trasferimento. Le coppie dovranno trovare alloggio e l’indomani conosceranno l’effettivo ordine di arrivo.
Tutte le coppie trovano facilmente una sistemazione e possono passare rilassate la loro ultima notte in Africa. Particolarmente felici Gli Scoppiati, che capitano in casa di musicisti, con tanti strumenti musicali con cui divertirsi.
Anche Le Mannequin si divertono con un barbecue vivace e spensierato.
È un momento anche decisamente malinconico. Tutti i concorrenti stanno ricordando commossi la loro avventura e i denominatori comuni sono l’ospitalità e l’affetto ricevuti. Inoltre, sottolineano come le nostre recenti politiche contro i migranti stanno negando quella stessa ospitalità.
Inizia l’ultimo giorno di gara dalle Atlantis Dunes, in un deserto. Nel giorno precedente le prime ad arrivare sono state Le Mannequin, secondi Gli Scoppiati. Per Le Signore della tv, dunque, cinque minuti di penalizzazione nell’imminente prova intermedia.
I concorrenti devono trovare cinque targhe in metallo – con un metal detector – in aree delle dune contrassegante da bandierine con il colore della propria squadra.
Si tratta di una prova decisiva, poiché chi perderà verrà eliminato dalla finalissima.
Di nuovo prime Le Mannequin, che consegnano subito le cinque targhe.
Ma la prova non finisce con questa consegna. Sulle placche sono scritti cinque diversi indirizzi, di cui uno solo è quello esatto (gli altri sono fittizi) che condurrà i finalisti alla destinazione giusta.
In teoria, potrebbero ancora farcela Le Signore della tv, che pure hanno accumulato un ritardo monstre.
La meta è il Castello di Buona speranza, costruito dalla Compagnia delle Indie nel 1600. Arrivati sul posto, i concorrenti vengono incappucciati e imprigionati al buio. Uno dei due concorrenti di ciascuna coppia, dovrà riuscire a liberare il proprio compagno aprendo – sempre al buio – alcuni forzieri con un mazzo di quindici chiavi.
Dopo l’apertura di ogni forziere, il concorrente potrà urlare una parola d’ordine per continuare il percorso e arrivare a liberare il proprio compagno imprigionato.
Fuggiti dal castello, per i concorrenti c’è una sorpresa: possono incontrare e abbracciare per 5 minuti i loro cari. Saranno i cari stessi a consegnargli la busta rossa con la destinazione successiva, cioè il Green Market Square.
Lì trovano le indicazioni per affrontare “Gli otto mostri di Pechino Express”.
Una roulette di legno ospita 8 diversi tipi di cibi a base di insetti – dalle termiti ai bruchi di falena – e interiora di animali. Solo uno degli “spicchi” della roulette è vuoto. I concorrenti e i loro cari devono girare una volta ciascuno la roulette e mangiarne il contenuto.
Subito dopo, i viaggiatori devono correre verso la Clock Tower. Chi arriverà ultimo sarà eliminato.
Incredibilmente vengono eliminate Le Mannequin. L’incredulità deriva dal fatto che sono state senza dubbio tra le viaggiatrici migliori di questa edizione di Pechino Express, protagoniste delle ultime puntate e in vantaggio per tutto il trasferimento degli ultimi due giorni, fin qui.
Ultima corsa per Gli Scoppiati e Le Signore della Tv, che dunque si giocheranno la vittoria finale.
Devono raggiungere il prima possibile il Two Oceans Aquarium di Cape Town e da lì procedere – grazie alle indicazioni ricevute dai sub immersi nelle enormi vasche dell’acquario – verso la St. George Church di Cape Town, situata in una zona di Cape Town chiamata Wynberg.
È lì che li aspetta Costantino della Gherardesca per proclamare il vincitore.
Molto a sorpresa vincono Pechino Express – Avventura in Africa Le Signore della Tv, Maria Teresa Ruta e Patrizia Rossetti.
Erano apparse in difficoltà in tutti gli ultimi spostamenti, ma sono riuscite a sopravanzare Gli Scoppiati in extremis.
Delusione per Fabrizio Colica e Tommy Kuti. Ma i due si congratulano a vicenda e si commuovono dicendo di essere fieri di aver condiviso insieme tutto il percorso.
Ricordiamo che le vincitrici devolveranno il loro premio ad AMREF, per i suoi progetti in Africa.
Pechino Express – Avventura in Africa finisce qui.
Terminato il viaggio, è giusto fare qualche riflessione su questa settima edizione. Il reality si fonda su un’idea tutto sommato valida – certamente più sensata di quella che sorregge altri reality show – che però ha mostrato evidenti cali di coinvolgimento.
Il discorso riguarda solo in parte quest’ultima puntata, di suo avvincente ed emozionante, ma appare chiaro se si guardano complessivamente le dieci puntate andate in onda.
Difficile dire se l’origine di questo calo sia da rintracciare nel cast di Pechino Express – Avventura in Africa o meno, ma è probabile che un ruolo ce l’abbia la struttura delle puntate.
Per il telespettatore, cambia poco se i concorrenti si trovano in Africa, in Cina o altrove: vedranno sempre scene molto simili, piene di corse, autostop, frenesia e poco altro. Senza la possibilità, tra l’altro, di soffermarsi sui luoghi in cui fanno tappa i viaggiatori.
Benché gli spostamenti più o meno avventurosi siano la sostanza del programma, ridurli a poche forme (come gli autostop) diventa un po’ poco se si vuole andare oltre le sette edizioni.
Pechino Express è un gioco. Forse è proprio nel meccanismo del gioco, allora, che bisogna impegnarsi dalla prossima edizione per introdurre quegli elementi che rinvigoriscano il format e ne invertano l’inerzia.