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L’interaa serata è a tema “made in sud”. Per la prima prova, si scende in Sicilia: cannoli siciliani. L’importante è che il dolce sia croccante all’esterno: i concorrenti dovraanno cimentarsi con cannoli “creativi” per un totale di 40 pezzi, di cui 20 fritti. I pasticceri hanno 120 minuti di tempo a disposizione, e nessuno è entusiasta all’idea del compito che è toccato loro. C’è chi non li ha mai preparati prima.
Dato che i giudici vogliono creatività, qualcuno prova a cambiare la forma del dolce: una mossa ardita. Luca per esempio, tenta con cestini e ravioli ripieni: Lamverto Martino lo rimprovera, perché la forma va mantenuta, dà riconoscibilità al cannolo, mentre è il ripieno che richiede inventiva. Allo scadere del tempo, non tutti sono riusciti a realizzare 40 pezzi.
I giudici procedono all’assaggio: Francesca riempie senza ricotta, ma Martino le riconosce creatività. Paola invece ha creato un coloratissimo megacannolo ripieno di piccoli cannoli: Knam non apprezza, però ai colleghi questa presentazione non dispiace. Roberta prova la carta del salto: mentre i suoi cannoli classici piacciono, quelli ripieni di broccoli deludono.
Per i giudici, in generale la prova è stata deludente. Si passa quindi alla prova tecnica: i concorrenti devono fare le valigie per il giorno seguente, pronti a sfidarsi ad Altamura.
Il pane di Altamura è riconosciuto come il più buono d’Italia, possiede una crosta croccante e sottile 3 millimetri. I pasticceri lavoreranno a coppie: Mattia, che possiede un bonus, può decidere di lavorare con Roberta. Le altre coppie si formano per estrazione. A ciascuna squadra viene assegnato un colore.
Prima di iniziare ad impastare, il maestro panificatore Antonio Lamberto Martino dà spettacolo mostrando la lavorazione, e consigliando di emozionarsi perché il pane non è una ricetta ma un’esperienza. Non solo: per affiancare le coppie arrivano delle “ricette viventi”, cioè le signore che detengono il segreto del pane dop di Altamura. Per i concorrenti però, la prova non finisce qui: oltre al pane, i concorrenti dovranno preparare 40 taralli dolci al vino e 40 salati al finocchietto. Il tempo a disposizione è di quattro ore.
Si procede. Le signore dispensano consigli, spiegando esattamente come fare: l’impasto si rivela faticoso, al punto che viene suggerito di “prenderlo a pugni” per la perfetta riuscita. Concluso il primo impasto, va messo a riposare per poi procedere ad un secondo.
Quando è il momento dell’assaggio al buio, tutti i pani sembrano avere problemi di cottura o lievitazione: come primo passo nel giudizio, Lamberto Martino bussa sulla pagnotta. Le migliori sono Francesca e Joyce, che il giorno prima aveva pianto per l’insuccesso dei suoi cannoli.
Manca la terza prova, quella spettacolare che deve lasciare i giudici stupiti: sempre ispirata al sud Italia, bisogna ispirarsi ai vulcani per una “lava cake“. Cioè un dolce da cui cola una crema morbida che, appunto, al taglio ricordi la lava che erutta. L’importante è che il pan di spagna non sia troppo morbido, altrimenti non regge la crema.
All’assaggio, il concorrente che sembra colpire di più è Federico: la torta del ragazzo riceve complimenti sia per la riuscita che per il bilanciamento dei sapori. Il vulcano di Joyce fa esclamare “wow” in coro a giudici e conduttrice: per Knam è uno dei tre migliori dolci mangiati a Bake Off, e lei, da sola, canticchia “sono la prima della classe” davanti alla telecamera.
Il grembiule blu va a Bartolomeo, decretato il migliore di puntata. A sorpresa, Federico annuncia di doversi autoeliminare per non perdere l’anno a scuola: aveva calcolato male le assenze. Sono tutti dispiaciutissimi. A questo punto, essendosene andato un concorrente, la Parodi prova a insinuare che si potrebbe rinunciare all’eliminazione: “Ma noi non avevamo eliminato Federico”, le risponde la D’Onofrio. Insomma: si procede comunque.
La peggiore è stata lasolare Paola, che deve lasciare il programma tra le lacrime dei compagni. Appuntamento a venerdì prossimo.