Si tratta di un docu-reality che racconta le scelte originali e particolari di persone comuni. Viene descritto uno spaccato di umanità varia e differente che, attraverso vari percorsi di vita, è riuscita a superare momenti difficili, a riscoprire un futuro complicato da trovare riuscendo a superare regole scritte e precostituite nelle quali potevano restare ingabbiati senza una via d’uscita.
Invece le persone intervistate da “A modo mio” hanno saputo rinnovarsi nei propri ambiti di appartenenza.
Il programma è scritto e diretto da Angelo Bozzolini e si compone di cinque puntate ognuna dedicata ad un personaggio protagonista. Le cinque persone che occuperanno con le loro testimonianze, le rispettive puntate sono: una religiosa, un costumista, un artista visivo, una performer ed un tatuatore.
In tutti i racconti ci sarà sempre un invito alla riflessione che abbraccia non solo la vita privata ma anche quella professionale ed artistica di ognuno. Uomini e donne molto differenti tra loro raccontano il processo personale di ricerca che li ha portati a scoprire territori inimmaginabili ma che si sono poi rivelati forieri di grandi esperienze di vita. Si va dalla spiritualità allo spettacolo, con un obiettivo chiaro da inseguire: svolgere la propria funzione in modo personale fieri di essere diventati quello che raccontano dopo un processo esistenziale in cui la sofferenza ha avuto un ruolo determinante.
La prima puntata ha come protagonista Francesco Vezzoli. L’artista bresciano di 46 anni, insieme a Maurizio Cattelan, è l’italiano che gode di maggiore prestigio a livello internazionale. La sua opera ha raccontato e reinventato icone del cinema mondiale come Sofia Loren, Helmut Berger e Gore Vidal.
La seconda puntata è dedicata a Teresa Forcades, una monaca benedettina laureata in medicina alternativa e molto attiva nel settore degli Studi di Teologia femminista. Pur essendo una suora si interessa a tematiche come la difesa dell’aborto e del mondo LGBT.
Pietro Sedda, laurea in scenografia, comincia a fare il tatuatore ad Oristano per arrivare poi fino a Londra e affermarsi come uno dei migliori esperti del settore. Sapremo da lui come il corpo può smaterializzarsi e diventare puro pensiero.
L’ultima puntata è dedicata a Carlo Poggioli, costumista, figlio di un prete che era tornato allo stato laico per amore. Ha trascorso la vita assecondando sempre la sua grande passione per lo spettacolo.
Ancora una volta Rai 3 punta sul genere docu-reality che diventa un vero e proprio asse portante del proprio palinsesto.