La terza stagione apparentemente non presenta variazioni rispetto a quelle precedenti. Al cast principale si sono aggiunte delle new entry ed è stato ricostruito lo schema che ha avuto successo nel 2014 e nel 2016, anni nei quali Proietti è stato protagonista delle prime due edizioni.
La serie è costruita intorno a Gigi Proietti. Accanto a lui nel ruolo di comprimaria la città di Roma, vista e fotografata negli angoli più caratteristici tra cui Trastevere, il Ghetto ebraico e il Bioparco. Si indugia molto sia su Proietti, sia sugli scorci romani, per caratterizzare al massimo l’ambientazione fatta di molti esterni e di poche riprese interne.
Sono questi i due elementi fondamentali della serie. Gli altri attori, pur avendo spesso ruoli importanti, non riescono a catalizzare l’attenzione del pubblico. Parliamo in particolare di Sergio Assisi e degli adolescenti presenti nella terza stagione. Il fine è di conquistare un pubblico più giovane proprio con tematiche da under 20 e da millennials. Purtroppo l’obiettivo non è stato raggiunto. Innanzitutto perché questa terza stagione evidenzia un ritmo meno veloce e più lento rispetto alle precedenti. É come se Bruno Palmieri avesse una sorta di marcia in meno rispetto al passato.
C’è un altro elemento fondamentale da sottolineare: il cronista di nera è diventato più conciliante e presenta un atteggiamento più bonario nei riguardi degli assassini che porta allo scoperto e costringe a confessare. Abbiamo la netta sensazione che questo nuovo comportamento del giornalista sia stato mutuato da Don Matteo. L’approccio cioè al crimine appare meno cruento. Spesso Palmieri si limita a mettere i colpevoli dinanzi alle loro responsabilità senza una parola, ma gli sguardi ed il tono con cui parla rivelano proprio un approccio più morbido.
Probabilmente Rai Fiction è ricorsa a questo espediente sulla scorta del successo di Don Matteo anche in replica.
Tutt’intorno a Bruno Palmieri ruota un universo attoriale che cerca di svolgere diligentemente il proprio compito e riesce, con difficoltà, ad arrivare alla sufficienza. Su tutti c’è la predominanza del protagonista in un mix di comicità, dramma, commozione ed elementi polizieschi.
La miscellanea di tematiche è più ricca rispetto al passato. Questa volta c’è Palmieri con la sua famiglia, la figlia e il nipote, c’è la linea thriller che accompagna tutte e sei le puntate ed è rappresentato dal brutale omicidio del vice questore Enrico Vella (Giovanni Scifoni).
Anche Sergio Assisi cerca di svolgere diligentemente il proprio compito e lo stesso fa Carlotta Proietti nel ruolo di Marzia.