Maurizio Crozza è tornato ed ha mostrato tutta la sua rabbia per la tragedia di Genova. Il monologo, prevalentemente politico, è stato sicuramente, il migliore di tutta la puntata. Il comico ha realizzato una ricostruzione precisa e puntigliosa della tragedia, delle probabili cause che l’hanno generata e delle lungaggini che ancora continuano a frenare la ripresa della sua città. Ad un certo punto la foga del discorso è stata tanta da doversi giustificare con il pubblico: “perdonatemi, ma questi pensieri li avevo dentro da metà agosto” ha detto. Ha raccontato, in chiave dissacrante ma infuriata, il suo dolore di cittadino genovese: un mix che ha raggiunto il cuore degli spettatori e che non si più ripetuto nel corso della puntata.
Infatti gli altri segmenti hanno avuto una valenza comica minore. Compreso quello in cui i principali dirigenti del PD, tra cui Matteo Renzi, sono al capezzale del partito in coma profondo e attendono che esali l’ultimo respiro. Crozza ha interpretato tutti i leader in uno sforzo trasformistico che, però, si è scontrato con una minore vis comica delle battute e dei dialoghi. Tutto ciò nonostante il padrone di casa abbia fatto di tutto per dirigere i suoi strali contro i “nuovi mostri” della società e della politica..
Le quattro nuove parodie, pur riconoscibili e accurate nel trucco e parrucco, non sempre sono state rappresentate attraverso una satira incisiva. Danilo Toninelli si è rivelato il migliore: Crozza lo ha ridicolizzato alla sua maniera, in un avvicendarsi continuo di battute che hanno reso chiaramente il suo pensiero.
Più banale è apparsa la parodia di Giuseppe Conte. Il Premier è stato colto mentre era impegnato a preparare spremute di agrumi e tramezzini per i suoi due referenti politici Crozza ha messo, invece, tutta la sua rabbia, nella presentazione del senatore leghista Pillon e delle sue opinioni sulle donne. Un mix efficace di battute a metà strada tra una pièce medievale e un monologo moderno stralunato e irreale.
Quando è passato all’attualità con la parodia del figlio di Fedez, la qualità delle battute è calata ulteriormente. Quest’ultima è stata la più debole e poteva essere evitata. Crozza esprime il meglio nei monologhi politici soprattutto quando non sono lunghi. Ed infatti anche la parodia di Flavio Briatore e le osservazioni sull’uso smodato dei social network non hanno avuto maggiore incisività: la satira sociale è scivolata nel dejà vu.
Infine: soprattutto nella prima parte dell’one man show ci sono stati molti inconvenienti tecnici: foto che non arrivavano sullo schermo e ritardi vari hanno inquinato la qualità del programma. Crozza ha espresso vivacemente il proprio disappunto.
Crozza è sicuramente un bravo parodista, ma dovrebbe scegliere con più cura i personaggi, perché ormai da molto tempo sono sempre meno quelli che azzecca (Tria rapito dal Governo) e sempre più quelli poco spiritosi (Toninelli) e forse proprio per questo deve ricorrere al reinserimento di vecchie parodie, come quella di Briatore, che però nell’aggiornamento è scivolata piuttosto in basso. Ciao.