Tutto questo si è verificato solo parzialmente nel TV movie I nostri figli andato in onda su Rai 1 giovedì 6 dicembre in prima serata.
Nel ruolo dei genitori adottivi dei tre bambini orfani di mamma c’erano Vanessa Incontrada e Giorgio Pasotti.
È indubbio che i due attori abbiano dato fondo a tutte le proprie risorse professionali e umane per immedesimarsi al meglio nel ruolo dei genitori prima affidatari e poi adottivi.
La vicenda a cui si ispira il film TV è quella di Marianna Manduca, assassinata a coltellate dal marito Saverio Nolfo nell’ottobre del 2007.
Noi non sappiamo con precisione quanto sia realmente accaduto all’interno della famiglia reale che ha adottato i figli della Manduca.
La fiction televisiva ci ha rimandato una visione abbastanza edulcorata e basata su uno schema predefinito. Si è avuta la netta sensazione che, nonostante gli sforzi e la buona volontà, lo scorrere degli eventi abbia assunto una piega abbastanza elementare e scontata.
Secondo i classici schemi della serialità italiana, anche I nostri figli si è rivelato un prodotto che ha conciliato l’aderenza alla realtà effettiva con le esigenze dello spettacolo. Ma ha presentato i soliti stereotipi della fiction italiana.
La Incontrada e Pasotti hanno indubbiamente il merito di averci provato. Ma il ruolo della Incontrada è stato reso meno credibile dalla gran quantità di personaggi femminili interpretati negli ultimi tempi. Da Non dirlo al mio capo al Capitano Maria, l’attrice appare attualmente abbastanza inflazionata e spesso anche la sua recitazione diventa un coacervo di espressioni e atteggiamenti già visti che tornano, anche involontariamente, alla mente del telespettatore.
C’è da sottolineare l’utilizzazione degli esterni: il piccolo centro siciliano dove è avvenuto il femminicidio e Senigallia dove i tre bimbi adottati sono andati a vivere, sono stati ben rappresentati con i particolari necessari per fotografare al meglio le diverse ambientazioni.
Oltre ai protagonisti principali, gli altri attori si sono distinti per una dignitosa recitazione e si sono inseriti coralmente nel contesto raccontato.
Da sottolineare in particolare la prova dei cinque piccoli protagonisti che hanno proposto una performance credibile e sentita. Sul set si sono comportati spesso meglio degli adulti compenetrandosi nei ruoli assegnati ad ognuno con capacità e spirito di partecipazione.
Rimane da apprezzare l’impegno di Rai Fiction di voler puntare sulla attualità nel racconto televisivo. Gli orfani di femminicidio hanno avuto, così, per la prima volta uno spazio al di fuori della cronaca nera.