Il nuovo programma di Daniele Bossari, anch’esso prodotto dalla Quadrio, infatti, mantiene alcuni degli argomenti cardine di Mistero, presentandoli e sviscerandoli, però, utilizzando un tono più “alto”, liberando il format di tutto quell’alone trash che, volente e nolente, aveva comunque contribuito al successo di Mistero.
Niente Adam Kadmon (almeno per ora), niente Mistero Files e soprattutto niente gnomi armati di ascia: la pretesa di alzare il livello si nota ma i risultati hanno lasciato a desiderare, in alcuni punti.
Se il taglio dei servizi è nettamente meno sensazionalistico e più concentrato sulla divulgazione, tutto ciò che ruota attorno al lancio degli stessi ha la presuntuosità di risultare, comunque, per forza accattivante, senza scivolare mai in trovate kitsch (la scenetta con Daniele Bossari e la figlia Stella, ad esempio, non era certo essenziale anche se in tv si è visto e si vede di peggio e lo stesso discorso è valso, facendo un secondo esempio, per la recitazione enfatica della Dichiarazione d’Indipendenza del Cyber Spazio, sempre da parte del conduttore).
Tornando al discorso del sensazionalismo, certo, titoloni come “Siamo sull’orlo di un’Apocalisse” potrebbero far pensare esattamente all’opposto di quanto asserito. Il servizio sui cambiamenti climatici, però, è stato confezionato con oggettivo senso della misura e il medesimo ragionamento vale anche per il servizio dedicato alle fake news nel quale, per la prima volta, abbiamo assistito ad un discorso più ampio, che ha riguardato algoritmi, BOT e “persone artificiali”, che non è risultato affatto pesante.
Cosa non ha funzionato, a questo punto, in Hai paura del buio??
Considerando anche che questo nuovo format di 50 minuti netti al posto delle prime serate eterne di Mistero è molto più godibile, tutto apparentemente sembra essere sulla strada giusta ma sono i dettagli, spesso, a fare la differenza in negativo.
La questione dell’orario è stata già accennata: è inutile progettare un format nuovo con pretese “alte” e relegarlo ad un orario penalizzante. In questo caso, infatti, non si parla più di seconda o terza serata ma di palinsesto notturno vero e proprio.
Abbiamo già trattato anche le trovate inutili per rendere il prodotto più seducente, assolutamente evitabili, ma c’è anche un altro punto che fa storcere il naso ossia l’opulenza di argomenti.
Solo nella prima puntata, infatti, abbiamo assistito al Global Warming, all’alba dell’esplorazione spaziale, alle fake news e ai social network, alla nascita della rete e all’evoluzione della connessione, ai super-soldati del futuro e al progetto Talking Hands: è la solita esagerazione.
Tutto ciò, ovviamente, fa intendere che basterebbero solo piccole accortezze (anche da parte della rete che lo trasmette) per rendere Chi ha paura del buio? un prodotto migliore.