Cominciamo da Popolo sovrano, il nuovo programma di informazione che ha esordito giovedì scorso su Rai 2 in prima serata. L’Auditel ha condannato la prima puntata ad un misero 2.6%, relegandola tra le proposte meno seguite e credibili dell’attuale stagione.
Freccero ha dismesso Nemo- nessuno escluso che era collaudato ed era riuscito ad intercettare il gradimento del pubblico raggiungendo anche punte del 6% di share. Il programma si basava sull’ironia e sui servizi sui generis di Enrico Lucci forte dell’esperienza accumulata dopo anni di permanenza a Le iene. Nemo aveva una base di intrattenimento informativo, si basava su uno schema corale che prevedeva un racconto ampio e a 360 gradi della realtà. E Lucci era un animale da palcoscenico e da microfono.
Alessandro Sortino, il nuovo conduttore di Popolo sovrano non è abituato ad esporsi in diretta, è un autore e non riesce ad intercettare l’interesse del pubblico. Tutto ciò nonostante i cosiddetti “reportage immersivi” con il compito di penetrare nelle realtà raccontate. In effetti tali servizi non hanno mostrato alcuna innovazione rispetto al passato, ogni novità è assolutamente inesistente.
Popolo sovrano ha cercato di spostare l’obiettivo su aspetti più squisitamente politici, ha mischiato interviste e incontri puntando l’attenzione su una realtà che non è stata percepita dai telespettatori. Risultato: un subitaneo allontanamento da Rai2. Un altro motivo dello scarso gradimento è la sensazione che Popolo sovrano sia la brutta copia di Nemo il cui format è stato destrutturato nelle componenti principali. Inoltre si è notata una malinconica lentezza nello schema e nello svolgersi delle varie fasi del programma ingabbiato, tra l’altro, in uno studio simile a quello di Nemo.
Difficilmente il nuovo programma, definito da Freccero l’evoluzione di Nemo, riuscirà a dare risultati positivi.
Lunedì 18 febbraio ha esordito anche l’attesissima striscia informativa Tg 2 Post posizionata in access prime time. Ordine perentorio concludere alle 21.20 qualsiasi evento possa accadere. Al timone Francesca Romana Elisei, giornalista del Tg 2 che si è tradizionalmente occupata di cronaca.
Diciamo subito che non si avvertiva la necessità di una striscia informativa in una lunga fascia oraria nella quale l’informazione predomina tra i vari notiziari in onda, tra Otto e mezzo presente su La7 con Lilli Gruber e Stasera Italia su Rete4 con Barbara Palombelli. Ed infatti il responso dell’Auditel è stato chiaro e penalizzante: Tg2 Post ha registrato 871.000 telespettatori, share 3,16%. In conferenza stampa Freccero aveva anticipato di attendersi il 6%.
Nel tempo a disposizione la Elisei ha avuto appena la possibilità di far parlare gli ospiti in studio, marciando velocemente verso la conclusione e sottolineando più volte di non poter assolutamente sforare. Colpa della presenza sulla rete consorella de Il commissario Montalbano?
Non dipende dalla Elisei se la striscia non funziona. D’altra parte riteniamo che il nuovo appuntamento non abbia grandi possibilità di imporsi perchè non è basato su uno schema convincente. Forse a salvarsi è solo Il punto del direttore del Tg2 che fa parte integrante della striscia. Ma è davvero troppo poco.