Con queste premesse nasce Sapiens- un solo pianeta in onda da sabato 16 marzo in prima serata su Rai 3. Alla conduzione il geologo Mario Tozzi già noto per aver condotto sulla stessa rete Gaia- il pianeta che ride e su Rai 1 “Fuori luogo” in seconda serata.
Il geologo, inoltre, ha frequentato anche la trasmissione di viaggi Kilimangiaro, sempre su Rai 3. Nessuno meglio di lui avrebbe potuto assicurare alla rete orfana di Alberto Angela un programma impegnato che continuasse la tradizione del fine settimana all’insegna della divulgazione.
Ma c’era un problema da risolvere: trasformare Mario Tozzi, professionista troppo ingabbiato nel suo lavoro e dal linguaggio abbastanza didattico, in un divulgatore nazional popolare. Insomma Tozzi avrebbe dovuto avere un approccio più semplice ai problemi affrontati.
Detto fatto: la prima puntata di Sapiens, dedicata ai fiumi, ha mostrato chiaramente che la metamorfosi era avvenuta. Tozzi ha cercato di “angelizzarsi” di semplificare le proprie spiegazioni, di avvicinarsi al telespettatore medio. Proprio come Alberto Angela.
Ma questa trasformazione è stata accettabile nelle parti in cui il geologo è andato in giro tra i fiumi italiani, ha spiegato le loro caratteristiche evidenziando come le loro acque hanno influito sulla vita degli esseri umani. Buono anche l’inserimento di spezzoni del passato tratti dalle Teche Rai: un esempio il poeta Ungaretti che ha letto la celebre poesia in cui racconta i fiumi della sua vita. Oppure l’intervento di Piergiorgio Odifreddi che ha spiegato come l’analisi del percorso dei fiumi si può riportare a specifiche formule matematiche.
Includiamo anche una buona fotografia e immagini suggestive. Finisce qui l’aspetto positivo di Sapiens.
Dovevano essere evitati i documentari troppo lunghi che hanno devitalizzato il programma e lo hanno assimilato ad altri già esistenti. Si è limitata così l’originalità del nuovo prodotto, allontanando certamente i telespettatori.
Tozzi si è messo al servizio del programma, immergendosi nei fiumi in atteggiamenti che talvolta ricordavano le “fatiche” di Roberto Giacobbo alla guida di Voyager. Ma sempre con un approccio da studioso che ha fatto la differenza.
Inoltre, nella prima puntata, il racconto dei fiumi è stato caratterizzato da spostamenti continui nelle varie parti del pianeta, spesso troppo improvvisi. Veri e propri voli pindarici hanno portato Tozzi dall’Italia sul fiume Nilo, poi in Colorado e sul lago Tiberiade senza che il telespettatore potesse avere il tempo di capire dove si trovava.
Infine: la puntata si apre e si chiude con una sorta di lezione. All’inizio Tozzi pone domande, alla fine del programma tira le somme di quanto ha documentato. Anche questo aspetto è apparso troppo didattico.
Sottolineiamo che il filo conduttore della puntata è stata l’analisi sulla funzione delle grandi dighe che, pur apportando benefici, hanno comunque modificato l’orografia del territorio.
Gradirei sapere come poter vedere le puntate precedenti
Grazie
Salve,
le può vedere andando sul sito RaiPlay alla sezione dedicata al programma
Intendo dare una visione personale dell’evoluzione delle specie, teoria enunciata da Darwin, girandola in senso inverso. Infatti ho avuto modo di spiegare in un piccolo saggio che ho scritto, come a differenza ad esempio delle conifere che non avevano bisogno di impollinazione; oltre un miliardo di anni fa resero la Terra talmente tanto ricca di ossigeno, da permettere agli insetti di avere dimensioni mai eguagliata nel tempo.
Darwinismo è sinonimo di illuminismo, e homocentrismo.
Mentre invece è lapalissiano che gli esseri viventi più antichi hanno un posto ben definito nel pianeta, mentre la nostra specie non si è ancora resa conto di quale sia il suo spazio, e quindi possa essere solo una creatura ancora in formazione.