La prima puntata del 2019, andata in onda giovedì 28 marzo, ha mostrato che il programma, dopo due decenni, non ha più l’appeal di un tempo. Tra monologhisti e battutisti, la qualità dei contenuti comici si è rivelata molto bassa, al di sotto delle aspettative ove mai ci fossero state delle aspettative per lo show che in passato è stato anche molto discutibile.
Intanto la conduzione: a Paolo Ruffini è stata affiancata Belen Rodriguez che, come al solito, ha il ruolo di rappresentare la bella di turno. Nonostante non si sia limitata soltanto a condurre, ma ha partecipato anche a gag e sketch, non è riuscita a convincere. Paolo Ruffini, presenza quasi storica di Colorado, sarebbe stato il conduttore giusto ma con altri compagni di viaggio.
Colorado oramai mostra i segni dell’età. Già in passato non era riuscito ad intercettare i gusti del pubblico, anche del trend giovanile per il linguaggio troppo sboccato che utilizzavano i comici di turno.
In questa edizione la volgarità è stata drasticamente ridotta, ha fatto la propria apparizione solo verso la fine dello show. Purtroppo però non è stato possibile dare un’impronta di vera leggerezza e di intrattenimento intelligente al programma. I tempi televisivi sono cambiati e non si è notato in Colorado nessun adattamento alle mutazioni della società.
Neanche i giovani comici sono riusciti a convincere: sono apparsi ingessati in una ironia non originale che mutuava molto dai comici del passato. Insomma intercettare l’Italia del 2019, alla luce dei cambiamenti avvenuti soprattutto nelle nuove generazioni, rimane ancora un’utopia per Ruffini e Rodriguez.
Pochi i monologhisti che sono riusciti a dare un contributo migliore. E’ necessario, innanzitutto, intercettare le mode che cambiano. Un elemento completamente estraneo almeno dalla prima puntata dello show. Ad esempio abbiamo apprezzato lo sketch di Federico Parlanti nel ruolo di social media manager di Paolo Ruffini. Invece si è rivelato abbastanza scontato il contributo di Angelo Pisani che ha raccontato come le donne, quando decidono di avere un figlio, lo impongono al proprio partner.
Francesca Cipriani in questa edizione si è trasformata in una improbabile Super Cipri come vi avevamo già anticipato. Sfruttando l’esuberanza fisica della Cipriani si potevano costruire situazioni e gag molto interessanti e singolari. Invece si è limitata a leggere lettere scritte da bambini che avrebbero potuto essere realizzate meglio.
Di dubbia qualità anche lo sketch del duo “I soldi spicci” che hanno parodiato due sposi. Davvero mediocri le battute.
Su Rai 2 sta andando in onda il lunedì Made in Sud, show comico che si basa sugli stessi criteri con la presenza di monologhisti e battutisti. Due programmi dello stesso genere nella stessa settimana sono davvero troppi soprattutto se si considera che la durata di ambedue è lunga. Diluire la comicità significa disperdere l’efficacia dei contenuti. Non si può essere originali rimestando le stesse battute.