La showgirl nazionale si è messa alla prova in un intrattenimento basato sul racconto e non sul varietà.
Diciamo subito che la seconda parte svoltasi al Teatro delle Vittorie, luogo caro sia a Fiorello che alla Carrà, è stata senza dubbio la migliore. Innanzitutto i due protagonisti avevano vissuto su quel palcoscenico buona parte della loro vita professionale e vi hanno ritrovato i ricordi sia attraverso le proprie testimonianze, sia grazie ai filmati delle Teche Rai. Sono state proprio le immagini dei preziosi archivi di viale Mazzini ad arricchire di molto la puntata.
Due mostri sacri dello spettacolo come Fiorello e la Carrà non hanno però dato il meglio nella parte iniziale che si è rivelata più debole.
Rosario Fiorello ha parlato troppo spesso dei suoi esordi come intrattenitore nei villaggi turistici. Rievocare ancora una volta quel periodo è apparso al pubblico di Rai 3 come un dejà vu. Il pericolo può consistere in un immediato ricorso al telecomando perché l’originalità era davvero estremamente fragile.
Quando invece i due protagonisti hanno lasciato la location sul fiume Tevere per recarsi al Teatro delle Vittorie le atmosfere della puntata sono cambiate. Il ritmo si è incrementato e l’intrattenimento ha raggiunto un buon livello qualitativo comunicando al pubblico la dimensione vera dei due artisti.
In questa seconda parte Raffaella Carrà ha interagito di più in quanto i momenti professionali della sua carriera si sono spesso incrociati con quelli dello showman siciliano. Come sempre sullo sfondo le immagini delle Teche Rai il cui merito è di non aver mai creato l’effetto amarcord ma “aiutato” il programma nei momenti più difficili.
Bisogna riconoscere che anche i momenti tristi sono stati gestiti con sobrietà. Rosario Fiorello ha ricordato l’improvvisa morte del padre che lo ha costretto a lasciare il Festival di Sanremo dove era inviato di Radio Deejay per correre in Sicilia al capezzale del genitore. Una confessione che ha fatto capire ai telespettatori la ritrosia dello showman a calcare il palcoscenico dell’Ariston.
I ricordi si sono incrociati anche nell’evocare personaggi che hanno fortemente contribuito al successo di Fiorello: tra questi Maurizio Costanzo e Bibi Ballandi, l’imprenditore che ha prodotto quasi tutti i suoi programmi televisivi ed i tour teatrali.
Nella seconda parte Raffaella Carrà è apparsa più coinvolta e coinvolgente. L’esordio con il racconto degli anni di Fiorello come intrattenitore nei villaggi turistici andava evitato. La forte sensazione della ripetitività non ha giovato alla fidelizzazione del telespettatore.
Coinvolgenti, invece, il ricordo di Mike Bongiorno e l’incontro con la sua attuale moglie Susanna da parte dello showman siciliano.
Un ultimo consiglio: ridurre la durata, un tale programma non dovrebbe essere più lungo di un’ora.