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Se cercate somiglianze o punti di contatto con le trasmissioni di Piero e Alberto Angela, non sarà difficile trovarne. Ma La settima porta, fin dall’inizio si è accreditato come un appuntamento con una propria identità. Grazie anche alla credibilità di Alessandro Cecchi Paone, giornalista che ha gestito programmi come il cult La macchina del tempo, il nuovo appuntamento di Retequattro vuole offrire una panoramica sulle ultime ricerche scientifiche. Nella prima puntata il conduttore ha cercato di proiettare il telespettatore in un mondo futurista, tra l’altro neppure troppo lontano, nel quale tutto appare “ultra intelligente”. A partire da iCub, il robot che Checchi Paone ha portato in studio, anticipando tutti i vantaggi che i suoi “simili” possono apportare alla nostra quotidianità.
Accanto a tematiche di stampo prettamente scientifico-culturale, ne sono state affrontate altre più “nazional-popolari”. Cecchi Paone, in quest’ottica ha dato spazio ad un discorso molto articolato sui cani, sulla capacità dei quattrozampe di poter comunicare con gli umani. Lo ha fatto attraverso esperti. E non è mancato il momento emozionale, con l’entrata in studio di Leo, il labrador addestrato alla ricerca delle persone, che ha salvato dalle macerie dell’ultimo terremoto, la piccola Giorgia. Nell’ottica più popolare, Cecchi Paone ha “moderato”, con la necessaria ironia, anche un dibattito sull’astrologia e l’astronomia con ospiti a favore dell’una o dell’altra.
E, soprattutto, è apprezzabile il tentativo di smascherare tutti i trucchi e le truffe legati a presunte presenze paranormali. Persone che pretendono di parlare con gli angeli sono oramai contese in vari salotti televisivi alimentandio la credulità popolare. E’ bene che ci sia una voce razionale che riporti tutti alla ragione.
Il giornalista ha sapientemente miscelato generi divulgativi accessibili ad un pubblico trasversale. Ha cercato di catalizzare l’attenzione di un target più erudito con le ultime scoperte ipertecnologiche ma non ha trascurato argomenti più comuni. Ha ospitato in studio anche un ragazzino dodicenne, Samuele, un piccolo scienziato. A dimostrazione di come l’infanzia può avere un ruolo significativo che prescinde dallo sfruttamento spettacolare ad uso e consumo degli adulti.
Vincenzo Venuto e Carolina Rey hanno svolto, decorosamente, il loro compito di inviati. Protagonisti di servizi interessanti che hanno rappresentato un momento di discontinuità rispetto ad altri programmi di divulgazione, Venuto e la Rey provengono da esperienze differenti: il primo già abituato alla divulgazione, ha condotto programmi come Alive e Life- Uomo e natura. La seconda è alla sua prima esperienza nel settore.
Infine i documentari. Come in ogni programma divulgativo, rivestono un ruolo importante. Ma quelli visti ne La settima porta si differenziano per la maniera con cui sono presentati: voce narrante e musiche di sottofondo più vivaci li rendono meno ingessati grazie anche ad un montaggio più dinamico.