Era il 2012 e la cantante si scontrò con l’attuale conduttrice di Selfie- le cose cambiano: lo spunto fu una valutazione sul gruppo Freres Chaos. A suon di “sei falsa Simona” si consumò un momento estremamente discutibile dello spettacolo made in Italy. Quest’anno Arisa non ha smesso di tenere desta l’attenzione sul suo comportamento. Una serie di intemperanze ne ha caratterizzato il percorso, fino alla serata finale del 15 dicembre quando ha contestato il pubblico che la contestava. Debolezze che non hanno reso un servigio alla sua professionalità ma che, probabilmente, rivelavano uno stato di diffusa insofferenza per essere arrivata alla puntata finale del talent senza alcun giovane artista. La sua squadra, infatti, è stata svuotata nel corso delle puntate, probabilmente a causa di errori di valutazione fatti dalla coach nella fase di scelta.
Se qualcuno pensa che queste intemperanze e un tale stato di nervosismo possano aver giovato al talent, si sbaglia davvero. Un’attenta riflessione, fa subito notare che X Factor 10 ha ripercorso pedissequamente gli schemi del passato, incapace di ritagliarsi una pur minima originalità e di concedersi un soffio di “follia creativa”.
Gli autori e il team che lavorano allo show cercano di mascherare questa debolezza strutturale con un contorno di mega- spettacolarità che si auto- esalta con un’enfasi esagerata, con comunicati inneggianti ad ascolti strabilianti che, ogni settimana, si incrementano sempre di più .Toni costantemente vittoriosi, grandeur e ospiti internazionali, rimandano ad atmosfere da regime dove si inneggia sempre e comunque a chi comanda. E, nel caso di X Factor, a comandare sono gli interessi commerciali di una piattaforma che si regge sugli abbonamenti e chi gestisce il mercato discografico.
X Factor da tempo tritura i giovani aspiranti pop star attraverso un meccanismo che concede a chi vince solo i classici e famosi 15 minuti di visibilità tanto cari a Andy Warhol. Non facciamoci ingannare dalle eccezioni: Lorenzo Fragola, Francesca Michielin ne sono alcune. Il successo è fragile, un vaso di terracotta tra tanti vasi di ferro. E i talent non sono in grado di assicurare la continuità sulla scena mediatica.
Secondo me l’unica eccezione è stato il grandissimo Marco Mengoni!!!