Poi è arrivato il conduttore e direttore artistico Carlo Conti e successivamente Maria de Filippi. Copione rispettato, secondo le previsioni della vigilia. La de Filippi ha innestato nella kermesse il tratto stilistico della sua professionalità, ovvero la capacità di raccontare storie. Lo ha fatto nei vari momenti nei quali sono arrivati sul palcoscenico “gli eroi di tutti i giorni”. Dalla denuncia del bullismo alla presenza dei rappresentanti delle forze dell’ordine e della Protezione civile per ricordare il dramma di Rigopiano: segmenti gestiti dalla de Filippi con il piglio consueto ben conosciuto a C’è posta per te. Certo, la liturgia sanremese non consente molte digressioni. Ma Carlo Conti ha trasgredito: con Raoul Bova che ha presentato alcuni cantanti in gara trasformandosi in conduttore, e con la stessa presenza della De Filippi.
Una presenza che ha confermato l’intimo e antico connubio che si rinnova tra Rai e Mediaset in circostanze particolari come la kermesse sanremese. Ma la forte personalità della de Filippi e l’identificazione del suo personaggio con i programmi da lei condotti e ideati, hanno giocato un ruolo importante sul palcoscenico dell’Ariston. E probabilmente, per il telespettatore, la conduttrice Mediaset è apparsa straniante in un contesto differente come quello dell’azienda pubblica.
Maurizio Crozza, con la sua copertina quotidiana, non ha rinunciato ai riferimenti politici.E ve ne ha inseriti fin troppi nel suo intervento. Il comico non ha ancora dimenticato quando venne sonoramente contestato alla sua prima apparizione sul palcoscenico dell’Ariston nel festival gestito da Fabio Fazio e dalla Littizzetto. C’era qualche battuta che ricordava l’episodio sgradevole, sottolineato in maniera non oxfordiana. E c’erano richiami all’attualità politica, dal leader della Lega Nord Matteo Salvini al sindaco di Roma Virginia Raggi, ha costruito una copertina che poteva andar bene per i talk show politici di Floris ma non per l’innocuo palcoscenico sanremese. Crozza non ha capito che si tratta di pubblici differenti. Ed infatti ha riproposto, brevemente, anche la parodia di Matteo Renzi.
Bisogna rendere atto a Carlo Conti di aver tenuto molto bene i ritmi della serata, anche se i tempi sono troppo lunghi. Ma sarebbe stata gradita la presenza, sul palcoscenico dell’Ariston, di più ospiti appartenenti all’azienda di viale Mazzini. In questo contesto è apparso fuori luogo l’arrivo di Diletta Leotta per di più in una imbarazzante mise con spacco letteralmente inguinale.
Alla fine sono arrivati un poco credibile Bob Dylan interpretato da Ubaldo Pantani ed un Rocco Tanica che ha riproposto pedissequamente una improbabile rassegna stampa.Pantani ha grandi capacità ma non le ha espresse al meglio in una parodia che non gli apparteneva.
Insomma una kermesse che ha unito in un unico abbraccio (chissà quanto mortale) Rai, Mediaset, Sky e persino il canale Nove.
Last but not least: Rai1 ha pubblicizzato, negli intervalli, tutte le fiction di prossima programmazione.