Innanzitutto c’è da sottolineare che Italia domanda non ha mostrato proprio nulla di nuovo rispetto alle innumerevoli trasmissioni in onda in vista delle elezioni. Ad avvicendarsi alla conduzione sono i giornalisti della testata Mediaset, soprattutto del Tg5 che non riescono a incidere positivamente sul rendimento della discussione. Unico elemento positivo, nelle prime puntate, il saluto inviato alla neonata trasmissione da Fiorello all’interno della sua @edicolafiore. Ma è durato troppo poco e i contenuti, alla fine, si confondono con quelli di altri programmi simili.
Soprattutto, sono i politici a rendere sterile il programma: essendo andati dappertutto, ripetono pedissequamente le medesime cose, gli stessi concetti, quasi fosse un compitino imparato a memoria. Certo, questo accade anche altrove. Ma in Italia domanda non ci sono conduttori e moderatori che, con fermezza, riescano a coinvolgere i politici e a condurli su piani dialettici più coinvolgenti per i telespettatori.
Anche l’ambiente in cui si svolge il talk show politico appare asettico, senza una propria cifra di riconoscimento. Così il pubblico è tentato di cambiar canale, per cercare altrove quei motivi di interesse che possano allungarne la permanenza su una specifica rete.
Non riesce a convincere neppure l’avvicendarsi delle domande, il tenore della discussione, l’atmosfera in cui il confronto avviene. Tutto è spento e opaco,neppure le ire e la ricercata litigiosità dei partecipanti riescono a conferire un pizzico di interesse. I volti dei politici sono sempre gli stessi che girano come trottole da un programma all’altro. Quello che dicono è altrettanto scontato e risentito troppe volte. Si sarebbe dovuto creare intorno al talk show un elemento di novità e di rottura rispetto agli altri programmi del genere. Insomma di Italia domanda se ne poteva proprio fare a meno. Soprattutto perchè se ci sono le domande, purtroppo, non arrivano le risposte convincenti.
Si potrebbe, infatti, concludere: Italia domanda, ma nessuno risponde.