Si è presentata così La Vita in Diretta estate 2017 con la conduzione di Paolo Poggio e Benedetta Rinaldi subentrata a Mia Ceran che ne doveva essere inizialmente la co-presentatrice.
Dopo due settimane di messa in onda non abbiamo notato alcuna positiva inversione di rotta. Purtroppo il programma che dovrebbe intrattenere il pubblico del pomeriggio di Raiuno, è in una deriva da cui sarà difficile tornare indietro se non cambia l’atteggiamento dei due conduttori nei riguardi del programma ma soprattutto dei telespettatori. Paolo Poggio sembra gestire il contenitore dall’alto di un piedistallo, si permette il lusso di interrompere a suo piacimento ospiti in collegamento e inviati che realizzano servizi sulle tematiche affrontate. Esiste un vero e proprio andirivieni di collegamenti interrotti e ripresi o peggio interrotti e mai più ripresi. Benedetta Rinaldi, probabilmente, se avesse al suo fianco un partner meno invadente e meno presuntuoso, forse potrebbe rendere meglio.
La mancanza di originalità è evidente in ognuna delle puntate. Oltre a cavalcare la cronaca nera in maniera massiccia, i temi affrontati sono quelli di un rotocalco di gossip. Argomenti che non hanno nessun contenuto informativo perché sono ripetitivi come ripetitivi sono gli ospiti in studio che esprimono sempre le medesime impressioni, con commenti frivoli leggeri, degni di un settimanale della peggiore cronaca rosa. Principi e principesse, personaggi del gossip estivo, inviati sulle spiagge d’Italia alla ricerca degli ultimi pettegolezzi, sono questi gli argomenti con cui si riempiono i tempi televisivi de “La Vita in Diretta estate“.
La pretenziosità del programma è evidente anche nella certezza degli autori di proporre una originalità inesistente. Nelle puntate finora andate in onda si sta cercando di cavalcare la tradizione delle feste popolari. Anche questo argomento che potrebbe avere una valenza se affrontato in maniera corretta, alla fine si rivela privo di qualsiasi originalità. Stendiamo un velo pietoso sulle intromissioni di Paolo Poggio nei servizi che vanno in onda in collegamento. E ignoriamo volutamente le gaffe di cui si sta rendendo protagonista. Una per tutte: quella di lunedì 26 giugno. Paolo Poggio “per un lapsus freudiano”, come lui stesso poi si è scusato, ha parlato di “giuramento di Socrate” al posto di giuramento di Ippocrate (giuramento che viene prestato dai medici prima di iniziare la professione).
Una formula dunque da ridefinire al più presto possibile.