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É andata in onda la prima puntata di Stati generali di cui vi proponiamo la recensione. Il programma condotto da Serena Dandini su Rai 3 in prima serata vuole porsi come una riflessione satirica sui principali fatti di cronaca, politica, spettacolo.
Stati generali recensione
La novità di Stati generali è rappresentata dal ritorno alla satira politica e di costume di Neri Marcorè. L’attore e comico ha proposto parodie di notevole spessore. Godibili quelle del Premier Giuseppe Conte e di Giulio Andreotti sia per i contenuti sia per la qualità della somiglianza. Marcorè è apparso anche in altri segmenti del programma riuscendo sempre a convincere. Anche negli interventi realizzati con Marco Mengoni nel ruolo di un aspirante cantante che vede con malinconia bocciate tutte le sue proposte canore.
Stati generali, però, non sempre ha convinto. Ha alternato momenti di grande qualità ad altri più comuni e scontati. É l’inconveniente di trasmissioni che durano troppo a lungo e devono necessariamente coprire la prima e la seconda serata. Inoltre si seguono sempre i medesimi schemi del glorioso passato de La tv delle ragazze ripresi, lo scorso anno in La Tv delle ragazze stati generali 1998-2018.
Inoltre Serena Dandini ha ripreso alcune atmosfere dei suoi programmi del passato. In primis Parla con me. Ha rispolverato il divano rosso, lo ha posto al centro del palcoscenico. E vi ha ospitato Jane Birkin, l’ex cantante francese vero cult degli anni Sessanta. E’ questo il momento delle interviste. Ne sono seguite anche altre, sempre a metà stata tra il serio e l’ironia caratterizzante della Dandini. Molti personaggi erano già presenti lo scorso anno nell’edizione celebrativa di La tv delle ragazze. E alcuni non si sono modernizzati: sono rimasti ancorati ai contenuti già visti.
Stati generali recensione e analisi degli altri personaggi
A convincere poco, fra i personaggi, sono stati i contributi di Martina Dall’Ombra nel ruolo della conduttrice sovranista. Anche da Cinzia Leone ci si attendeva una migliore qualità delle battute e degli interventi. E la cavernicola si è abbandonata a considerazioni abbastanza superficiali.
Godibile, invece, la parodia di Franca Leosini in una interpretazione molto somigliante all’originale.
La Dandini non ha resistito neppure a parodiare le trasmissioni di Barbara D’Urso. Titoloni roboanti e gridati su personaggi somiglianti ai nuovi mostri di cinematografica memoria, riferimenti all’abuso della chirurgia estetica di cui tanto si parla negli appuntamenti dursiani. Una parte, quest’ultima, che doveva essere approfondita meglio perché foriera di grande comicità basata sulla satira sociale. Peccato che sia stato solo sfiorato l’argomento.
Non ha convinto molto la nuova invenzione del Raiphone con il quale si evoca il glorioso passato della Rai.
Stati generali recensione e analisi degli spot e delle serie tv
Infine anche la parodia degli spot ci è apparsa abbastanza superficiale e meno incisiva rispetto al passato.
Buona l’idea delle serie tv ma anche questa poteva essere approfondita in maniera migliore.