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E’ andata in onda la prima puntata di 20 anni che siamo italiani di cui vi proponiamo la recensione. Il nuovo show del venerdì sera di Rai1 in tre puntate, vuole raccontare gli ultimi due decenni della nostra storia attraverso i due conduttori Vanessa Incontrada e Gigi D’Alessio
20 anni che siamo italiani – la recensione dello show condotto da Vanessa Incontrada e Gigi D’Alessio
In effetti la prima puntata di 20 anni che siamo italiani non ha mostrato un vero filo conduttore. E’ mancato quel comune denominatore che avrebbe dovuto unire i vari segmenti dello spettacolo. La storia degli ultimi 20 anni è rimasta sullo sfondo, neppure co-protagonista, quasi relegata in un angolo e presa a pretesto solo per giustificare il titolo dello show. Complessivamente il programma ha offerto molta musica con ospiti che si sono susseguiti e sono stati coinvolti in qualche modo con i due padroni di casa. Ma tutto è apparso come un hellzapoppin, un mix di siparietti spesso all’insegna di una goliardia troppo ostentata e cercata a tutti i costi.
Insomma sulla costruzione del programma ci si poteva certamente impegnare di più. Infatti il primo segmento che ha evocato labilmente i 20 anni fatidici a cui fa riferimento il titolo, non ha centrato l’obiettivo. Come anche tutti gli altri, tra cui quello sull’evoluzione delle donne.
Ciò non significa che i due conduttori siano da bocciare. La Incontrada e D’Alessio, proprio per essere una strana coppia, potevano apparire male assortiti. Invece, ognuno, dal proprio punto di vista, ha cercato di svolgere il compito assegnato nel migliore dei modi.
20 anni che siamo italiani la recensione – analisi dei conduttori e degli ospiti
Gigi D’Alessio ha sfoderato un sens of humour forse inaspettato che ha giovato all’economia dello show. E gli ha consentito di proporsi sotto un aspetto più scanzonato. Si è profuso in battute con la partner e con gli ospiti che si sono avvicendati, da Giorgio Panariello a Claudio Amendola cercando di comunicare leggerezza e divertissement.. E’ stato in grado di reggere il peso dello show che, ripetiamo, aveva bisogno di un maggiore coordinamento creativo.
Vanessa Incontrada non si è risparmiata: ha cantato, recitato, interagendo in maniera apparentemente spontanea con il collega.La parte migliore dell’attrice e conduttrice è stato il monologo finale con il quale ha salutato il pubblico di Rai 1. Ha voluto far passare il messaggio che ogni conclusione, per certi aspetti, è solo l’inizio di un nuovo esordio e quindi non deve essere considerata con malinconia o nostalgia.
Poco convincente il siparietto sul film cult Casablanca con la Incontrada, Claudio Amendola e D’Alessio al pianoforte. Anche Marco Giallini avrebbe potuto essere più utile all’economia dello show. Il suo intervento è apparso abbastanza banale.
Di notevole impatto emotivo e spettacolare, è stato, invece, l’omaggio a Renato Carosone con quattro pianoforti presenti sul palcoscenico, ognuno per un artista.
20 anni che siamo italiani la recensione – gli altri artisti intervenuti
Tra gli altri artisti intervenuti Gianna Nannini ha proposto un inefficace duetto con D’Alessio in napoletano. Mika ha cercato di dare un contributo positivo ma il suo intervento è stato abbastanza limitato. Anche Amadeus, con il suo sondaggio sulle superstizioni degli italiani, è stato inspiegabilmente banale. Ci si attendeva di più dal conduttore del prossimo Sanremo.
Insomma due conduttori potenzialmente efficaci si sono trovati a gestire uno show troppo scoordinato.