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È andata in onda la prima serata dell’edizione 2020 del Festival di Sanremo di cui vi proponiamo la recensione. Conclusa la lunga preparazione documentata in maniera seriale dal susseguirsi di una serie di spot, Amadeus finalmente ha affrontato la difficile prova di confrontarsi con i suoi predecessori sul palcoscenico dell’Ariston.
Doveva essere il “festival dell’imprevedibilità”, invece ha predominato la classica liturgia sanremese senza trasgressioni spettacolari. Molti i richiami al passato, ma anche le novità.
Sanremo 2020 recensione prima serata: il ruolo di Amadeus
Amadeus è apparso tranquillo, senza emozioni particolari e tentennamenti. La certezza di un festival dignitoso gli è venuta dalla presenza di Rosario Fiorello che lo ha assistito fin dagli inizi. Lo showman è stato il vero e proprio coprotagonista della prima puntata. Infatti è stato lui ad aprire la serata di martedì 4 febbraio con un imprevedibile coup de théâtre.
Si è presentato infatti vestito da prete con la tonaca di Don Matteo e non ha lesinato battute a tutti coloro che in politica si chiamano Matteo. Un monologo credibile basato sulla tradizionale verve ironica di Fiorello e gradito anche dai vertici di viale Mazzini schierati in prima fila al Teatro Ariston.
Fiorello ha avuto un ruolo determinante in tutta l’operazione Amadeus a Sanremo 2020. È stato una sorta di assistente, il contraltare umano di una intelligenza artificiale.
Abbiamo avuto la netta sensazione che Amedeo Sebastiani, in arte Amadeus, abbia giocato già nella prima puntata tutte le carte a disposizione. L’esordio festivaliero è sempre importante e determina l’andamento successivo dello spettacolo. É quindi necessario fidelizzare i telespettatori soprattutto per il secondo appuntamento, passibile di un calo fisiologico di ascolti.
Le imitazioni di Amadeus nella prima serata di Sanremo 2020
Grazie alla preziosissima spalla di Fiorello, Amadeus si è trasformato anche in showman azzardando timide imitazioni di Adriano Celentano, memore dei suoi antichi fasti a Tale e Quale Show. In effetti il conduttore ha gestito le prime ore festivaliere con la consapevolezza di un direttore artistico sicuro e determinato.
Per quanto riguarda gli ospiti sono stati realizzati dei veri e propri siparietti spettacolari. Al Bano e Romina sono stati preceduti dalla figlia Romina Jr. che ha fatto da trait d’union tra i genitori, il pubblico e lo stesso Amadeus.
Altro siparietto spettacolare è stato presentato dagli attori protagonisti dell’ultimo film di Gabriele Muccino intitolato Gli anni più belli dal 13 febbraio al cinema. Ed in questo segmento si è insinuato l’ex conduttore e direttore artistico Claudio Baglioni che ha fatto sentire la sua presenza. Non a caso, tra le musiche, c’è il brano inedito dello stesso Baglioni Gli anni più belli che dà il titolo al film.
Le due conduttrici
Amadeus ha puntato sui buoni sentimenti, sulla solidarietà, sui temi forti e sulla famiglia. Non ha trascurato momenti di emozione proposti da Diletta Leotta e Rula Jebreal. Le prime partner del conduttore hanno affrontato temi di grande attualità attraverso monologhi.
Diletta Leotta ha puntato l’attenzione sulla famiglia, e sull’invecchiamento rivolgendosi alla nonna presente tra il pubblico dell’Ariston. Ha realizzato una sorta di viaggio nel tempo nel quale prima è invecchiata e successivamente ringiovanita. Un simbolo forse della caducità della bellezza e di come basta poco per perderla. Molto più intenso e forte, come era nelle aspettative della vigilia, il monologo di Rula Jebreal che ha toccato argomenti difficili e delicati relativi alle problematiche della condizione femminile.
Buona la conduzione di Amadeus , in alcuni momenti ridicola l’interpretazioni di Fiorello , per le pubblicità eccessive , considerando che si paga un canone , è vergognoso e nessuno interviene , cosa dovremmo pensare…..Svegliamoci siamo in un contesto dittatoriale decide chi ha più forza….