La vita promessa 2 ha esordito su Rai1 il 23 febbraio e ve ne proponiamo la recensione. Nel cast Luisa Ranieri nel ruolo di Carmela Rizzo, Francesco Arca che interpreta il campiere Vincenzo Spanò e Thomas Trabacchi nel ruolo di Mister Ferri.
La vita promessa 2 recensione della serie con Luisa Ranieri
La seconda stagione della serie è un prolungamento del soggetto originale scritto da Laura Toscano e Franco Marotta. Resta il dubbio se i due notissimi sceneggiatori avessero approvato lo sviluppo esasperato della trama per realizzarne più puntate possibili. Conoscendo la loro valenza professionale, resta la certezza che non si sarebbero mai prestati alla dilatazione di dinamiche spesso poco reali.
La sceneggiatura attuale, scritta tra gli altri, da Simona Izzo, è apparsa fin dall’inizio abbastanza didattica, talvolta scontata, ma sempre finalizzata a suscitare grande commozione nel pubblico. Tutti gli ingredienti emozionali sono stati inseriti con cura sapientemente studiata. E accompagnati, nello svolgimento della vicenda, dalla regia di Ricky Tognazzi che ne ha sempre evidenziato le varie sfaccettature.
In quest’ottica è inserita la morte di Mister Ferri (Thomas Trabacchi) angelo custode in terra della protagonista Carmela. Il suo trapasso è stato degno della più classica telenovela con musiche di sottofondo adatte ad amplificare il rimpianto di un amore che non era stato possibile realizzare. Persino le note dell’Ave Maria hanno fatto da sottofondo ad un ideale ed intimo matrimonio su letto di morte tra i due personaggi.
Molti passaggi della serie non sono stati credibili, come la ricostruzione di una New York che non aveva nulla di reale. Inoltre le riprese sono sempre apparse ravvicinate per nascondere la totale assenza di esterni.
Analisi dei personaggi
Tra i protagonisti della prima puntata, spiccano Carmela (Luisa Ranieri) e Mister Ferri (Thomas Tabacchi). I personaggi rappresentano il bene assoluto, quasi la perfezione nei sentimenti e nella capacità di aiutare gli altri. A far da contraltare c’è il male assoluto materializzato nel campiere Spanò (Francesco Arca) e nella mafia americana che, in quel periodo, aveva uno dei massimi rappresentanti in Lucky Luciano.
Il ritorno del campiere ha del miracoloso: una vera e propria resurrezione da fiction dopo gli spari da arma da fuoco che lo avevano fatto credere morto alla fine della prima stagione.
Da Beautiful in poi, non si può mai giurare sulla morte di un personaggio. Molti tornano dall’aldilà con la stessa nonchalance con cui cambiano un abito di scena.
Poche immagini di violenza punteggiano la prima parte, poi si apre la strada ai sentimenti che rischiano, in più punti, di sfociare nella retorica.
Luisa Ranieri si è sforzata di dare alla sua Carmela il crisma del coraggio e della forza. Una donna e una madre quasi da tragedia greca che, raramente, mostra segni di cedimento.
Infine: argomenti importanti come la furia nazista in Germania alla fine degli anni Trenta, l’immigrazione e le leggi razziali,hanno solo fatto da contorno alla protagonista ed alle sue vicende.