Vi proponiamo la recensione del film tv Permette Alberto Sordi con cui la Rai ha omaggiato il grande artista romano in occasione dei 100 anni dalla nascita.
Nel ruolo del protagonista Edoardo Pesce, passato con grande disinvoltura dal mafioso Giovanni Brusca all’attore vera icona del cinema italiano.
La prova di Edoardo Pesce
L’impresa di portare Alberto Sordi sul piccolo schermo era certamente difficile. In meno di due ore si sono dovuti condensare i primi 20 anni della carriera professionale del protagonista.
Intanto Edoardo Pesce ha fatto del suo meglio per non rendere troppo caricaturale il personaggio di Sordi. Ha dato un’immagine molto nazionalpopolare, facendo però in modo che l’imitazione non fosse troppo pedissequa.
Complessivamente la prova d’attore di Edoardo Pesce, nel suo primo ruolo da protagonista, merita la sufficienza. Anche l’imitazione della voce del protagonista è molto simile all’originale. L’attore ha tentato di fare arrivare al grande pubblico la visione che tutti gli italiani hanno sempre avuto di Sordi. È riuscito a trasmetterne l’immagine con la consueta nazional – popolarità anche se alquanto stereotipata. Mancava al film tv, il quid necessario ad elevare il racconto e portarlo al di sopra della mediocrità.
La sceneggiatura in questo senso è apparsa scontata e fin troppo didascalica in molti passaggi. Concentrare circa 20 anni della carriera di Sordi in sole due ore è un’impresa titanica. Probabilmente era necessaria una miniserie. Infatti molti passaggi apparivano solo in una sequenza temporale ma slegati e privi di una continuità narrativa.
Permette Alberto Sordi recensione – analisi degli altri personaggi
Intorno ad Edoardo Pesce ci sono gli altri comprimari. In primis Andreina Pagnani, il grande amore della sua vita. L’interpretazione che ne ha dato Pia Lanciotti non è stata credibile. Complessivamente la sceneggiatura ha puntato su due filoni narrativi: l’amicizia con Federico Fellini e proprio l’amore con la Pagnani. Il rapporto con Fellini è stato presentato in maniera alquanto superficiale. Più convincente invece il grande affetto che Sordi aveva per la madre.
Poco credibili anche gli altri personaggi tra i quali: Aldo Fabrizi interpretato da Pasquale Petrolo della coppia Lillo e Greg. Troppo caricaturale.
Sullo sfondo della gioventù di Alberto Sordi c’è la Roma degli anni ’40 con l’orrore delle leggi razziali e il fascismo che imperversava. Questa parte è apparsa davvero poco delineata: sono bastate solo alcune camionette per rappresentare il contesto storico in cui il protagonista viveva.
Infine la sceneggiatura ha voluto mettere in evidenza il rispetto di Sordi verso gli altri e la sua tendenza ad aiutare il prossimo. Una dote che lo ha accompagnato in silenzio fino agli ultimi anni della sua vita.
Il film tv non ha proposto però nessun episodio singolare ed inedito di quegli anni della vita di Sordi.