Ad una attenta analisi dell’episodio, ci si accorge subito che manca il pathos nella recitazione, manca l’atmosfera drammatica degli anni di piombo, l’incubo del terrorismo appare soltanto accennato, rimane sullo sfondo, ed è del tutto assente una ricostruzione credibile dell’epoca.La maggior parte delle scene si svolge tra riunioni dei magistrati e “riunioni” dei terroristi, in spazi prevalentemente chiusi. Degli esterni esistono soltanto alcune immagini simili a “cartoline illustrate”.
Tutto sembra sospeso in una sorta di limbo televisivo nel quale non si distingue la realtà della cronaca dalla fantasia degli sceneggiatori. Alessandro Preziosi ha mostrato i limiti di una interpretazione che avrebbe richiesto una immedesimazione di maggiore intensità emotiva. Qualche sprazzo di emozione è evidenziata nella recitazione di Stefania Rocca che dà il volto a Grazia Sossi, la moglie del procuratore. Dignitosa anche la recitazione di Ennio Fantastichini.
Per il resto davvero si assiste ad una sorta di ibrido. Da una parte, infatti, c’è la cronaca dell’epoca e la rivisitazione del rapimento di Mario Sossi, dall’altra, su un binario parallelo scorre una vera e propria telenovela: la storia d’amore di cui sono protagonisti il giovane magistrato aiutante di Sossi Roberto Nigro (Alessio Vassallo) e la altrettanto giovane procuratrice Claudia Maestrale da poco arrivata nella procura e interpretata da Anna Safroncik. A loro il compito di inserire nella fiction quella parte sentimentale di cui il racconto televisivo italiano non può davvero fare a meno neppure dinanzi a fatti realmente accaduti.
Così, mentre Mario Sossi viene sottoposto al processo proletario da parte delle Brigate rosse in ambienti lontani anni luce dalla credibilità, i due aitanti magistrati cercheranno di saldare i conti con i propri passati affettivi e cadranno l’uno nelle braccia dell’altro. Insomma da un lato il dramma della storia, dall’altro la più tradizionale soap opera accreditata anche dalla presenza di attori che il genere l’anno frequentato. Vassallo ha interpretato Agrodolce per Rai3 e la Safronicik è nata artisticamente nel genere. Recentemente l’abbiamo vista nel ruolo di Aurora ne Le tre rose di Eva, lunga soap andata in onda su Canale 5. Anche per la Safroncik la partecipazione a un prodotto “impegnato” come Il giudice, equivale ad una sorta di “ripulitura” dell’immagine logorata da troppe soap opera.