Alessio Boni, nel ruolo dell’ingegnere della Fiat Mirafiori Giorgio Venuti è un personaggio solo apparentemente calato nel clima terribile del 1980. In quell’anno, l’azienda automobilistica italiana di Torino fu interessata da una gravissima crisi legata anche all’infiltrazione terroristica all’interno di settori nevralgici. Ma la drammaticità degli eventi rimane sullo sfondo, nonostante l’uccisione, alla fine della prima puntata, del dottor Walter Grimaldi (Enzo De Caro) che aveva denunciato sabotaggi nel Policlinico dove lavorava, da parte dei terrosristi. Nella narrazione di eventi tragici si è notata una grande e preoccupante approssimazione, una scontata linearità dei contenuti, prevedibili come fatti di cui già si conosce il prosieguo. Resta il dubbio se tutto questo sia dovuto alla fretta degli sceneggiatori oppure alla mancanza di mezzi a disposizione per le riprese. Insomma è probabile che si sia voluto economizzare, come troppo spesso accade nella fiction di casa nostra con la sicurezza che gli spettatori non se ne accorgano
Non basta lo sfondo della città di Torino a ricordare al telespettatore che la fiction si svolge nella città: ad eccezione di queste “cartoline” che apparivano ogni tanto, solo l’immaginazione e il riferimento alla Fiat facevano pensare al luogo dove si svolgevano gli eventi.
Se l’obiettivo era far conoscere alle giovani generazioni una pagina drammatica della nostra storia, il fallimento è stato quasi totale. Non basta la recitazione lenta a fil di voce e l’espressione cupa come le atmosfere in cui la fiction è immersa, a evidenziare che siamo negli anni di piombo. Non bastano le poche scene in esterna per dare un tocco di luce e di speranza ad un racconto fragile.
Il personaggio di Alessio Boni è di fantasia. E non si comprende perchè la crisi della Fiat debba essere raccontata ricorrendo a protagonisti inventati. Con tutto il materiale storico e umano di quel periodo, la ricostruzione dell’epoca poteva essere fatta in maniera più credibile.
Passiamo agli attori: Alessio Boni sembrava crogiolarsi nel suo ruolo e recitava come in una tragedia greca, sguardo perennemente perso nel vuoto. Giulia Michelini, nel ruolo di Valeria, figlia terrorista dell’ingegnere, ha mostrato solo la sua bellezza, Paola Pitagora e Enzo De Caro hanno dato un tocco di credibilità ai loro personaggi: rispettivamente la suocera e l’amico d’infanzia di Venuti, il dottor Grimaldi che finisce trucidato al Policlinico dal commamdo terrorista del quale faceva parte anche Valeria.
L’ultima leggerezza: l’estrema faciltà con cui i terroristi sono penetrati nell’ospedale per ammazzare Grimaldi. Indossavano un camice bianco sotto al quale nascondevano, grossolanamente, le armi, riconoscibili anche all’occhio di un bambino