Rai 1 sta trasmettendo la serie Io ti cercherò di cui vi proponiamo la recensione. La vicenda raccontata ha come protagonista Valerio (Alessandro Gassmann), un ex poliziotto con un passato professionale poco chiaro alle spalle. Quando gli comunicano che il cadavere di suo figlio Ettore è stato trovato sulla sponda del Tevere, inizia a indagare perché non crede all’ipotesi di suicidio con cui il caso potrebbe essere archiviato.
Io ti cercherò recensione
La storia si snoda attraverso varie fasi della sceneggiatura che, in alcune sequenze, appare poco lineare. La prima si basa sull’insopportabile dolore e sui sensi di colpa che affliggono il protagonista per essersi allontanato dal figlio. La seconda sugli indizi che Valerio, da ex poliziotto, inizia a trovare, quasi casualmente, ma che sistema, l’uno dopo l’altro, in un mosaico nel quale, alla fine, tutte le tessere sono sistemate al proprio posto. Tutto è avvolto in una atmosfera da tragedia umana, con ritmi necessariamente lenti e cadenzati, scanditi dal susseguirsi delle emozioni e della rivolta dell’animo umano dinanzi alla morte di un figlio. Sullo sfondo la città di Roma, ma anche la sua provincia, Anzio e Nettuno fotografate nei particolari e in una luce che, spesso, fa da contraltare al buio del dramma e dei sentimenti del protagonista.La Capitale, in quest’ottica è davvero co-protagonista.
Le musiche introducono subito il telespettatore in un contesto di sofferenza, preludio al marcio che, lentamente, scaturisce dalla storia e dalla morte di Ettore.
Precisa e puntuale, nel documentare queste realtà, è la regia di Gianluca Maria Tavarelli che segue l’evoluzione dei personaggi inserendo ciascuno nella giusta dimensione. Il presente ed i flashback del passato, si alternano, si susseguono, spezzando solo apparentemente l’unità del racconto. Servono al telespettatore per comprendere quanto è accaduto nella vita passata di Valerio e del figlio. E si inseriscono nella trama come visioni del protagonista che cerca di ricostruire, nel suo immaginario, il rapporto e il non rapporto con il figlio nella sua breve vita.
Analisi dei personaggi
Alessandro Gassmann offre una valida prova d’attore. Le sfumature dei differenti gradi della sofferenza sono presenti sul suo volto e comunicate al pubblico. Alta la valutazione sulla sua capacità espressiva e sulla credibilità che conferisce al personaggio.
Anche Maya Sansa, nel ruolo di Sara, riesce ad essere altrettanto credibile. A muoverla è soprattutto l’amore mai sopito per Valerio che affiora dal passato in una sorta di rigurgito esistenziale.
Molti i personaggi comprimari che restituiscono un quadro recitativo non perfetto. Manca, in alcuni passaggi la coralità dei ruoli. Il motivo è certamente l’aver messo in primo piano gli attori principali, in primis Alessandro Gassmann.
Infine: lo scorrere degli eventi, dal ritrovamento del corpo di Ettore, fino alla convinzione che non si tratta di suicidio, presenta delle incongruenze.
L’ultima osservazione: il tema della morte di un figlio è molto battuto nella fiction italiana. In questo contesto sono evidenti le analogie tra Io ti cercherò e la serie Pezzi unici andata in onda lo scorso autunno sempre su Rai 1.
La serie è fruibile anche su RaiPlay.
Aggiungerei all’articolo: buona l’ambientazione di una Roma squallida e volgare, ottimo Gasmann e altri attori; insopportabile la fidanzata di Ettore. Pessimo l’evidente messaggio “politically correct”: tutti buoni quelli dei centri sociali, immigrati solo vittime e chi non è d’accordo inevitabilmente delinquente e razzista. Peccato, senza questo manicheismo da strapazzo poteva essere un buon lavoro. Comunque bisogna vederlo tutto per un’opinione definitiva.