Il guizzo arboriano, il sens of humour dello show man, l’Orchestra italiana che lo accompagnava, le immortali canzoni del suo repertorio, hanno mostrato a chi di dovere il significato di “spettacolo”. Peccato che è durato poco. Spenta la fiamma del focolare arboriano, tutto il festival è precipitato nel dejà vu, nella noia alimentata da una lunghezza altrettanto irritante. Tempi morti, cattiva organizzazione, insopportabili pubblicità, hanno ulteriormente innervosito il pubblico pagante il canone. Pensavamo ci fosse stato un limite agli spot pubblicitari, almeno nelle ultime serate, invece la Rai si comporta senza alcun rispetto per il telespettatore che sta vedendo più pubblicità che spettacolo.
E’ logico che così facendo si paga lo scotto del crollo degli ascolti. Un dato allarmente se si considera che, durante la settimana sanremese, quasi tutti i canali hanno rinunciato a qualsiasi forma di controprogrammazione. La tv, in generale, ha “ritirato” i suoi programmi di punta. A iniziare da Maria De Filippi che non ha voluto scontrarsi, sabato sera, con la finalissima del Festival. Così la puntata di C’è posta per te non va in onda. Anche Le iene si sono ritirate in buon ordine.
In queste condizioni ottimali, è come se esistesse una sola tv di riferimento: Rai1 che celebra il suo tradizionale rito con tutti gli apparati spettacolari. Invece, il pubblico si è defilato. E si dà la colpa al calcio trasmesso in contemporanea su Canale 5. Un pretesto per giustificare il fallimento di una formula che, quest’anno, si è rivelata debole, fragile, simile ad un castello di sabbia.
Fabio Fazio appare stanco prima ancora di iniziare, Luciana Littizzetto, quando rinuncia alla sua comicità a senso unico, riesce a catturare un minimo di attenzione da parte del telespettatore annoiato. E’ sempre la solita storia già vista e rivista ogni sabato e domenica a Che tempo che fa. E’ sempre la stessa atmosfera, le medesime battute tra i due.
Ma nella terza puntata si notava qualcosa in più: una sorta di palese abbandono di Fabio Fazio alla sua partner che regge la maggior parte dello spettacolo. Fazio le dispensa complimenti a iosa, la blandisce, le dice in continuazione di apprezzarla: lo scorso anno questo “vallettismo” era molto meno evidente.
Inoltre. di cattivo gusto la finta protesta inscenata per esorcizzare quella vera avvenuta la prima sera. E di cattivo gusto è anche il servilismo dei programmi Rai che si occupano del festival. La kermesse viene osannata come un evento unico, grande, di mirabile bellezza. E se talvolta c’è una voce contraria nel coro glorificante, viene subito messa a tacere.E’ accaduto a Dario Salvatori, critico musicale ospite fisso in questa settimana de La vita in diretta. Si era permesso di etichettare in maniera negativa la comicità della Littizzetto ed è stato subissato da un mare di proteste.
Infine: il monologo sulla grande bellezza della Littizzetto pur avendo una valenza superiore alle sue solite battute, è apparso in molti passaggi scontato, simbolo di un filosofeggiare paternalistico di cui non si sentiva il bisogno.