Canale 5 ha mandato in onda la prima puntata della serie Fratelli Caputo di cui vi proponiamo la recensione. La fiction ha come protagonisti Nino Frassica e Cesare Bocci, il Mimì Augello de Il Commissario Montalbano in cerca di una nuova collocazione nella serialità televisiva. I due interpretano rispettivamente i fratellastri Nino e Alberto Caputo.
Fratelli Caputo recensione della serie con Frassica e Bocci
Il genere della serie Fratelli Caputo è a metà strada tra una family comedy ed una commedia degli equivoci. Gioca sulle capacità comiche di Nino Frassica che porta nella vicenda raccontata la propria cifra stilistica a cui aggiunge una vena drammatica. Basata soprattutto su vecchi dissapori dovuti ai caratteri fondamentalmente opposti dei due protagonisti, il prodotto inserisce nella narrazione tutte le contraddizioni familiari, le varie dinamiche tra parenti che spesso con un banale luogo comune, si dimostrano “serpenti”. Salvo la sorpresa conclusiva che salva il concetto di famiglia.
Sono presenti, insomma, dinamiche che abbracciano tutte le età, anche quella adolescenziale, nel tentativo di catturare un pubblico vasto.
La narrazione si nuove in una atmosfera leggera, da intrattenimento, spesso troppo forzata, nonostante l’impegno dei protagonisti. In particolare Cesare Bocci è assolutamente incredibile nel suo ruolo a metà strada tra il comico e il serio. In effetti, la strana coppia di fratellastri Nino e Alberto Amato, è male assortita e non riesce a convincere.
La regia è attenta a seguire i personaggi ed a fotografarli negli atteggiamenti che dovrebbero essere più convincenti. Insegue ognuno nel proprio percorso a metà strada tra il serio ed il faceto. Si nota chiaramente l’impegno di Frassica nel riuscire credibile soprattutto nei momenti più seri della narrazione. Consapevole che la sua professionalità oramai è distribuita su più settori interpretativi.Ma non sempre il risultato è positivo.
Questo prodotto gli consente, però, di cambiare registro, dal drammatico al comico come se i telespettatori sfogliassero le pagine di un libro.
La sceneggiatura e gli altri personaggi
In effetti la trama e la sceneggiatura non si basano su una solida struttura narrativa, alternano momenti drammatici a momenti leggeri. Puntano sul fatto che i due fratellastri si sono incontrati dopo circa 50 anni. E questo è già un elemento poco credibile dal quale si diramano tutti gli eventi successivi.
Ripetiamo Cesare Bocci nel ruolo del milanese nella Sicilia di Augello, appare forzato e assolutamente fuori contesto. Un ruolo che non gli si addice ed è chiaramente studiato a tavolino anche nel linguaggio e nel modo di parlare. Ottima, invece, l’interpretazione di Aurora Quattrocchi nel ruolo della madre di Nino Caputo.
Infine: molti scorci paesaggistici evocano chiaramente le atmosfere de Il commissario Montalbano.