Rai 3 ha proposto la prima puntata di Lui è peggio di me di cui vi proponiamo la recensione. Il programma è condotto dalla strana coppia Giorgio Panariello e Marco Giallini: i due occupano due studi adiacenti e si dividono gli ospiti. Uno show sperimentale, così è stato etichettato, che alla fine si rivela, nonostante gli sforzi e le belle aspettative, abbastanza normale e non al di fuori del comune. Pur con qualche innovazione.
Lui è peggio di me, la recensione
Innanzitutto lo schema: è simmetrico perchè ambedue i conduttori hanno spazi propri ma si incontrano e interagiscono tra di loro. Però sembra un albergo del libero scambio, dove personaggi che vanno e vengono si fermano con i padroni di casa, realizzano i propri teatrini spettacolari e vanno via. Insomma un andirivieni di ospiti che si mettono alla prova nei numeri a loro più congeniali. E’ accaduto così per tutti, a partire da Serena Dandini e la coppia di comici Luca e Paolo.
Continuando con tutti gli altri che hanno trasformato, a volte, i due studi in una sorta di camerata. Vi regnano anche la goliardia e i toni sopra le righe, il dialogo e la discussione dai toni alterati. Tutto questo non solo tra i due padroni di casa, quando si incontrano, ma anche separatamente quando arrivano gli ospiti. Il tutto intercalato da segmenti più soft che scadono, purtroppo, in un inaspettato grigiore.
Niente satira, era stato annunciato. Ma qualche frecciattina a Lorsignori c’è pure stata. E qualche parola fuori dal contesto oxfordiano, o meglio qualche espressione più colorita, ha anche fatto capolino: giusto per sottolineare che si è su Rai 3. Rete che non è proprio il tempio della trasgressione ma si differenzia da Rai 1 per qualche “licenza poetica” colloquiale in più.
La parte migliore dello show non è nell’innovazione dei due studi confinanti e separati da una sorta di muro divisorio scorrevole. Ma gli spazi musicali, tra cui il duetto tra Antonello Venditti e Francesco De Gregori. Con l’ultima nota, però, è andata via anche la novità: i due artisti sono stati gestiti abbastanza semplicemente e con approssimazione. Ci è sembrato di essere dinanzi ad una delle tante interviste doppie che scavano nel passato degli interlocutori alla ricerca di episodi ancora inediti. Ma inutilmente. Questi spazi sono stati lunghi e talvolta anche monotoni: spingevano a ricorrere al telecomando.
Sotto questo punto di vista lo show è scaduto nell’anonimato e nel dejà vu.
I due padroni di casa
Giorgio Panariello e Marco Giallini hanno voluto creare una strana coppia che, però, ad un occhio attento, di strano ha ben poco. Forse l’immagine di Giallini è stata la più originale. Abituati a vedere l’attore nel trasgressivo Rocco Schiavone su Rai 2, i telespettatori hanno conosciuto di lui anche altri aspetti: tra i due, Giallini è stato proprio il più anticonformista, contestatore, controcorrente. Lo si è notato subito anche dall’abbigliamento: l’attore era del tutto casual, Giorgio Panariello più composto in un abito elegante quanto basta.
Inoltre da apprezzare l’idea di aver coinvolti i personaggi principali della rete. Compreso Sigfrido Ranucci, il conduttore di Report, protagonista della parte iniziate, forse la più originale.
Panariello e Giallini, insomma, avrebbero dovuto essere le due differenti facce di una stessa medaglia. Non sempre l’esperimento è riuscito.