In tv nel ruolo dell’attore abbiamo visto Alessio Boni, in una interpretazione dignitosa e anche credibile per la rassomiglianza dell’attore al protagonista. Si è intuito subito che Boni deve aver studiato attentamente le mosse, la postura, le abitudini, gli atteggiamenti del personaggio a cui dare il volto. Insomma abbiamo assistito ad una recita credibile, nonostante un piccolo particolare.
Guardando Boni, ogni tanto veniva in mente l’ornitologo strampalato da lui interpretato nella fiction Tutti pazzi per amore. Un ruolo divertente nel quale ha voluto dimostrare le molteplici sfaccettatuirte della sua vena artistica e professionale. Un ruolo riuscito che, però, in qualche maniera, gli è rimasto attaccato addosso e che ogni tanto fa capolino, suscitando qualche perplessità.
Tutto sommato, però, il giudizio sulla fiction è positivo. Anche il figlio Simone Annichiarico ha notato la grande somiglianza fisica di Alessio Boni nella parte del padre. Certo, ha commentato Simone Annichiarico, se avessi scritto io la sceneggiatura, avrei scelto punti di vista differenti. Invece si è voluto mettere in risalto soprattutto la parte finale della sua vita per suscitare sentimenti e emozioni nel pubblico.
La fiction, infatti, inizia proprio con Walter Chiari in carcere, negli anni settanta. Dietro le sbarre l’attore si abbandona ai ricordi e riesamina, rivivendola, tutta la sua spettacolare esistenza, dagli esordi fino alla celebrità e all’amore che la gente aveva per lui. Poi all’improvviso tutto viene distrutto. Unico punto di riferimento di Walter Chiari durante tutta la sua vita, è Alida Valli, madre del figlio. La donna, però non aveva mai saputo nulla delle sue frequentazioni e soprattutto era all’oscuro della sua dipendenza dalla droga.
E poi viene analizzato il rapporto con il piccolo Simone che ha vissuto con la madre oltre oceano. Un rapporto speciale fatto di amore e di complicità, di sorprese e di incontri ravvicinati di incredibile spessore. Questi incontri li ricorda Simone Annichiarico nel libro Walter ed io in cui racconta la sua personale storia con il grande papà e tutti i personaggi che ha incontrato, da Macario a Valeria Fabrizi a Lucia Bose, da Gene Hackman a Ugo Tognazzi a Gino Bramieri. Il giovane Annichiarico ricorda quelle apparizioni all’improvviso del genitore che arrivava a casa e gli diceva: dai si parte subito per l’Australia, fai la valigia Incredulo, il piccolo Simone, lo seguiva con entusiasmo, affascinato da questo padre straordinario che non è stato in grado di mantenere la gloria conquistata grazie alla sua grande vena artistica
La miniserie, in ogni caso è un omaggio della tv a Walter Chiari nel ventesimo anniversarioo della sua morte. Un omaggio all’uomo che sapeva ridere anche della morte, tentando a suo modo di sbeffeggiarla. Una volta che aveva avuto una leggera ischemia e era ricoverato in ospedale, fece credere agli amici di avere una paralisi facciale. Tenne il gioco per circa venti minuti, poi scoppiò in una risata contagiosa. Questo è l’uomo che disse una volta: vorrei che sulla mia tomba scriveste: non allarmatevi, è solo sonno arretrato.