Rai 2 ha trasmesso Rocco Schiavone 4 in prima visione di cui vi proponiamo la recensione. La quarta stagione è composta da due tv-movie che hanno rispettivamente come titolo Rien ne va plus e Ah, l’amore l’amore.
Il vice questore di polizia, interpretato da Marco Giallini, trasteverino doc ma trasferito ad Aosta, è tornato con le sue indagini. L’appuntamento su Rai 2 è stato in prima serata.
Rocco Schiavone 4 recensione
Anche la quarta stagione di Rocco Schiavone ha confermato il mix di giallo e commedia poliziesca. Rocco Schiavone ha ripreso il suo piglio da duro e il suo accento romano borgataro che lo hanno seguito in tutte le precedenti stagioni e sono presenti anche nell’attuale.
La sceneggiatura di questi altri due casi procede linearmente senza scossoni, dal reato, alla scoperta dell’assassino grazie alla intuizione del vice questore che indaga anche con mezzi e metodi non sempre ortodossi.
Rocco Schiavone non è cambiato. I telespettatori lo hanno visto in tutto il suo malessere, quel mal di vivere che lo accompagna da quando la moglie è stata uccisa. E lui ha cercato di vendicarla anche con metodi poco legali e non consoni ad un responsabile delle forze dell’ordine.
Di Rocco Schiavone sono stati messi ancora in evidenza i legami indissolubili con le sue origini. Quella Roma che ha nel cuore e non riesce in alcun modo a dimenticare. Trasferito ad Aosta rimpiange sempre il proprio passato. Lui non sopporta la montagna, il freddo e non ha mai amato sciare. Ed ancora una volta, anche nella nuova stagione, ha messo in evidenza tutto il proprio malcontento per essere finito in Valle d’Aosta a risolvere gialli legati alla cronaca nera locale.
I telespettatori hanno ritrovato anche nella quarta stagione tutti i difetti di Rocco Schiavone. Il linguaggio sopra le righe, la sua scorrettezza, la caratteristica di essere rozzo e cinico fanno di lui ancora una volta un poliziotto sui generis. Sotto questo aspetto lo si può considerare una sorta di antitesi del Commissario Montalbano. E, tra i difetti, che sono riaffiorati, è tornata la consuetudine di fumare cannabis.
Analisi delle atmosfere tra il noir e il giallo
Anche questi due tv-movie sono tratti dagli omonimi romanzi di Antonio Manzini che ha sempre ispirato tutte le stagioni di Rocco Schiavone. Ed anche nella quarta i telespettatori hanno ritrovato le atmosfere cupe, i colori quasi noir che caratterizzano le indagini del vice questore tra la neve e il freddo. Elementi atmosferici da lui sempre odiati.
E proprio per caratterizzarne il disappunto viene data una particolare attenzione al clima meteorologico. Aosta infatti o è piena di neve, oppure vi piove a dirotto. Non è cambiato in Rocco Schiavone neanche l’amore verso la moglie Marina, morta, ma che continua a vivere nella sua mente.
Il vicequestore, infine, non disdegna un approccio verso il genere femminile. Caratteristiche notate anche in questa quarta stagione.