Rai 2 ha mandato in onda la prima puntata di Game of Games – gioco loco di cui vi proponiamo la recensione.
C’era molta attesa per il ritorno in prima serata di Simona Ventura che ha proposto la versione italiana dello show portato al successo oltreoceano da Ellen DeGeneres.
Una versione adattata al pubblico italiano e con la presenza di personaggi noti, non contemplati invece nel format originale.
Game of Games – recensione
La prima impressione ricevuta da Game of Games è una riproposizione delle atmosfere leggere già viste in programmi come Stasera tutto è possibile e soprattutto Ciao Darwin. L’unica differenza è che i giochi si svolgono in una sorta di grande Luna Park.
Il programma, definito come divertimento fine a sé stesso, procede a ritmi serrati e incalzanti senza lasciare al telespettatore la possibilità di fermarsi. Si viene completamente assorbiti da un ritmo travolgente che spesso diventa anche ossessivo.
Tutto insomma è modellato su uno schema sopra le righe e il telespettatore non riesce ad avere un attimo di respiro, sopraffatto dalla verve fin troppo goliardica e insistente dei concorrenti, sia vip che gente comune.
I giochi si susseguono a ritmo continuo e molti presentano difficoltà che hanno ricordato chiaramente Ciao Darwin. Ma Simona Ventura non è Paolo Bonolis. La conduttrice non ha insomma il linguaggio dissacrante, aulico e forbito, di un Bonolis tradizionalmente vicino alla gente comune che diventa inconsapevolmente sua vittima.
Mentre Bonolis manipola i personaggi, Simona Ventura si limita a presentarli e ad interagire con loro in una maniera mai volgare e sopra le righe. Anche se, bisogna dirlo, nel corso del programma non sono mancate alcune battutine a doppio senso pronunciate da alcuni vip tra i quali Elettra Lamborghini.
Il programma è chiaramente un vero disimpegno per i telespettatori. Puro intrattenimento. Ma la goliardia finisce per assumere contorni poco credibili. Ed è proprio la credibilità una delle pecche di Game of Games – gioco loco.
La conduttrice
Simona Ventura ha cercato di imprimere al programma la sua verve personale. Ha tentato di essere sé stessa ma spesso l’euforia è andata al di là del consentito. Ha gestito i concorrenti noti e la gente comune con un approccio elegante, ma anche cameratesco. Particolare attenzione ha avuto per le persone comuni, mentre con i colleghi del mondo dello spettacolo si è permessa qualche battuta e qualche goliardia in più.
Naturalmente tutti si sono adattati alle atmosfere predominanti ed hanno cercato fin troppo chiassosamente di intrattenere un pubblico, che in questo periodo, ha problemi molto più gravi a cui pensare. Nonostante i giochi e la goliardia ci si attendeva qualche sobrietà in più.
Infine come sempre il programma ha messo in evidenza lo scarso grado di cultura generale che caratterizza molti personaggi del mondo dello spettacolo. È stato evidente soprattutto nella prima parte quando le risposte di alcuni vip alle domande di Simona Ventura sembravano talmente esilaranti da risultare false e studiate a tavolino.
Un’ultima osservazione: il pubblico italiano è diverso dalla platea televisiva americana, al quale Game of Games è più adatto.