Si presenta così la miniserie Le due leggi, andata in onda su Rai1. La prima puntata l’abbiamo vista il 25 marzo in prima serata. A salvare la credibilità della fiction c’è solo la recitazione e l’espressività di Elena Sofia Ricci. Nel ruolo di Adriana Zanardi, dirigente di banca che rifiuta un prestito ad un imprenditore in crisi, la Ricci sfoggia tutta la sua professionalità e il mestiere accumulato in una lunga carriera.
La vicenda raccontata è di fantasia, ma ispirata a fatti drammaticamente reali come il suicidio di persone che, in seguito al diniego delle banche di aiutarle, o sono finite nelle mani degli usurai o, addirittura, si sono tolte la vita. E’ il caso di cui si occupa La due leggi e la Ricci è proprio la direttrice colpevole di aver rifiutato il credto ad un cliente che si dà fuoco nella stessa banca, sotto lo sguardo allibito di tutti.
Il ruolo dell’attrice è ben delineato, intorno a lei gli altri personaggi sono apparsi alquanto scontati e prevedibili. Innanzitutto: il colloquio che la dirigente ha con la moglie del suicida non è assolutamente credibile: si svolge in un’atmosfera di una tranquillità che mal si concilia con il dramma appena vissuto. Trovarsi di fronte la persona che avrebbe indotto con la sua inflessibilità, il marito al suicidio, spingerebbe anche la persona più calma a reazioni almeno alterate. Invece le due donne chiacchierano seraficamente quasi si trattasse di un argomento leggero. Un segmento, questo, davvero molto discutibile.
Un comportamento “buonista” che si inquadra nel più generale clima edulcorato della fiction italiana e Le due leggi non fa eccezione.
Intorno alla protagonista c’è davvero il vuoto: sia come personaggi sia come trama. Ovviamente Adriana Zanardi scopre che il marito la tradisce, la figlia le è ostile e ruba nei negozi e lei stessa finisce in prigione per aver tentato, poi, in maniera non lecita, di aiutare gli altri correntisti in crisi.
Ma, come in tutte le fiction di redenzione, quando si è toccato il fondo,si deve necessariamente risalire la china. Accade anche ne Le due leggi. E alla fine il telespettatore si pone la consueta domanda a cui finora non è dato rispondere: perchè in una fiction italiana non si può affrontare un problema serio come la crisi economica che stritola molti imprenditori senza metterci il solito, stantio, contorno, di amori e sentimenti?