Questa impressione, nella seconda stagione appena iniziata su FoxLife, è evidente soprattutto nell’impalcatura del programma. Antonino Cannavacciuolo, giustamente riconfermato alla guida, ha competenze e preparazione che scaturiscono dalla sua esperienza. Ma intorno a lui è stato costruito un set televisivo in grado di adeguarsi ad ogni esigenza spettacolare che rivela molto presto i propri limti e fa sminuire la credibilità di quanto accade.
La prima puntata ambientata in un ristorante di Milano, ha consentito a Chef Cannavacciuolo di riconfermare presso il pubblico, le proprie competenze nel settore della ristorazione, ma anche i propri limiti: infatti le varie fasi del programma appaiono come studiate a tavolino e hanno seguito un copione scritto che ha tolto spontaneità anche agli interventi del burbero Cannavacciuolo. La scaletta da seguire con rigore, passo dopo passo, ha influito negativamente sull’economia dello show, spingendo Cannavacciuolo ad atteggiamenti costruiti. Mentre una reazione più spontanea avrebbe convinto maggiormente lo spettatore a non allontanarsi dal canale.
Cucine da incubo non ha saputo aggiungere alcun tocco di originalità a quanto accadeva nella prima stagione. D’altra parte i programmi che si svolgono ai fornelli oramai non si contano più sul piccolo schermo. L’inflazione del genere contribuisce a far scemare l’attenzione del pubblico. Inoltre l’estrema severità di chi deve giudicare sta diventando un luogo comune rischia di passare anche inosservata. Il trend, inaugurato dai tre giudici di MasterChef, è attualmente amplificato dagli atteggiamenti di Carlo Cracco in Hell’s Kitchen e adesso, anche se con modalità differenti, continua nell’opera di soccorso di Chef Cannavacciuolo.
Quest’anno, in particolare, Cucine da incubo non riempie alcun vuoto nel settore dei programmi di cucina. Anzi, il docu-reality appare addirittura un surplus di cui si poteva fare a meno. Lo stesso Cannavacciuolo, in alcuni atteggiamenti mostra segni di insofferenza che non sono dovuti al degrado delle cucine in cui viene a trovarsi. Degrado, tra l’altro, accentuato per esigenze spettacolari. La presenza delle telecamere in tutto quanto fa lo Chef nelle singole puntate, gioca un ruolo essenziale e influenza molti comportamenti.
Infine: i clienti del ristorante assomigliano ai figuranti di una qualsiasi trasmissione televisiva.
Cucine da incubo appare come una favola ai fornelli: la Cenerentola di turno, ovvero il Ristorante in crisi, alla fine viene trasformata in principessa, sempre restando, però,nelle cucine.