Il secondo è di aver diretto una storia vera dopo essersi accuratamente documentato: la ricostruzione dell’epoca, siamo nel 1944 a pochi giorni dalla liberazione di Firenze, è abbastanza precisa e anche i personaggi dei giovani Carabinieri sono ben delineati grazie ad una discreta recitazione che, però, in alcune occasioni, è apparsa alquanto calcata. Giorgio Pasotti, Ettore Bassi hanno cercato di immedesimarsi nella tragedia di quei ventenni di 70 anni fa che si sono immolati per salvare innocenti ostaggi civili e, nonostante alcuni limiti e alcune ingenuità nella sceneggiatura, si sono sforzati di non essere banali.
In effetti, se la banalità e la facile retorica sono state evitate, le scene di gruppo non sono riuscite a rendere la veridicità dei fatti reali: era evidente che sono state girate in maniera “artigianale” con riprese ravvicinate e senza un largo campo d’azione. Si ricorre a tali espedienti per evitare dispendi economici necessari per le cosiddette “scene di massa”. E questo limite era estremamente visibile. Ad eccezione delle riprese nei boschi, presenti nella prima parte, tutto si è svolto in ambienti delimitati, sia in esterni che negli interni: un esempio è la caserma di Fiesole. Ridurre gli spazi per risparmiare è il dictat della fiction attuale.
Se Pasotti e Ettore Bassi sono riusciti a non deludere, non si può dire altrettanto di Nicole Grimaudo che ha interpretato un personaggio femminile completamente inutile nell’economia della fiction. E all’insegna del solito sentimentalismo. Se ne poteva fare a meno, la fiction nostrana ha la cattiva abitudine di indulgere alle storie d’amore anche quando sono superflue, come in questo caso.
Certo, le buone intenzioni che hanno animato la realizzazione del tv movie, sono tutte da salvare, soprattutto perchè si è consentito al grande pubblico televisivo di conoscere una storia di straordinario coraggio finora poco nota.
Da sottolineare che l’apporto dell’Arma dei Carabinieri alla realizzazione del tv movie ha rappresentato il valore aggiunto, il deterrente per non sfociare nella retorica di mestiere. L’omaggio della Rai al bicentenario della Benemerita è stato tutto sommato positivo. Infine: anche le musiche della colonna sonora si sono rivelate ben scelte.