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Ma che c’era di tanto misterioso da salvaguardare a qualsiasi costo? Lo speciale ha mostrato la tv degli ultimi 25 anni, i personaggi che l’hanno realizzata e costruita nel bene ma soprattutto nel male, le mode, le tendenze, in particolare quelle volgari e trash. Si è soffermato, realizzando spesso voli pindarici, su “uomini e donne” della tv e della politica, mostri più o meno sacri, che hanno evidenziato il peggio di 25 anni di esistenza in video. Perchè “Mi è sembrato di vedere un Blob” è stato l’auto- celebrazione di un programma che sa molto bene di aver realizzato un’innovazione nella maniera di fruire la tv.
Leitmotiv del programma, il cosiddetto “c’è- non c’è” tanto sbandierato dal conduttore Flavio Insinna nel corso della serata: a nessuno è dato sapere se quei personaggi che scivolano via sul teleschermo in maniera veloce, sono reali o immaginari, se ci sono o non ci sono più. Sono tutti lì, immortalati in una dimensione eterna che, magari, ce li restituirà nei prossimi 25 anni.
Nonostante la confezione curata in tutti i particolari e la partecipazione di personaggi presenti “dal vivo” in studio o in collegamento, non abbiamo visto nulla di nuovo. I blocchi di immagini sono fuoriusciti dalla memoria collettiva, sono scivolati via come un fiume in piena inondando, con la loro inutilità, le case dei telespettatori. La sensazione, ad un certo punto, era di assistere davvero alla famosa scena del film Blob ( da cui il programma ha mutuato il titolo) nel corso della quale una creatura informe e gelatinosa aggredisce e ingloba ogni cosa e ogni persona con cui viene a contatto. Massa informe e gelatinosa, melassa appiccicosa e mortale, la tv ha inglobato i nostri cervelli e cerca di distruggerli.
Anche noi avremmo voluto scappare dinanzi allo speciale di Rai3. Innanzitutto per cercare di salvare il salvabile della nostra dignità come telespettatori. E per accantonare in un angolino della memoria quella massa informe di trash politico, sociale, spettacolare, che si mostrava in tutta la sua potenza.
I soloni del piccolo schermo hanno discettato, ricordato, analizzato le immagini e le epoche che rappresentavano. Ne è venuta fuori un’altra realtà: il tempo che passa implacabile. Perchè questo speciale ha avuto per molti spettatori il sapore della madeleine proustiana: andava alla ricerca del tempo perduto. Ma non sempre il tempo è tornato…