Un pubblico familiare e appassionato alle metamorfosi e ai personaggi che ne sono stati protagonisti. Carlo Conti ha presentato il cast come il migliore, esaltando gli sforzi dei singoli personaggi per calarsi nelle parodie e nelle imitazioni. E i dati di ascolto si sono rivelati ancora una volta gratificanti: 5.477.000 telespettatori, share 26,74% per l’esordio della quarta edizione.
Ma su tutto lo show e i dodici concorrenti aleggiava un quid che ne ha limitato l’appeal. Innnazitutto si è avuta la sensazione che la scelta di determinati personaggi fosse funzionale per catturare la curiosità del pubblico: prima tra tutti Raffaella Fico.
{module Google richiamo interno} Ci si chiede: che bisogno aveva uno show elegante, a misura di famiglia, di assoldare nel cast un personaggio chiacchierato e al centro del gossip come la ex di Mario Balotelli. E non venissero a dirci che le si è voluta dare la possibilità di dimostrare quanto vale. Tale e quale show non è mai stato una succursale dei salotti del gossip. E adesso si espone al più trash dei pettegolezzi.
Una diminutio, certamente. Il timore è che, nei prossimi mesi la Fico possa continuare a frequentare i salotti specializzati della peggiore trash-tv, come ha già troppe volte fatto in passato, sminuendo ancor più il valore di Tale e quale show che l’ha ospitata in pompa magna. Il suo cognome, inoltre, ha fornito a Christian De Sica, il pretesto per una delle solite battute.
Sinceramente ci meravigliamo per la scelta di Carlo Conti, certi come siamo che a Tale e quale show non si muove foglia che Conti non voglia.
Inoltre si notava nel corso della puntata una singolare atmosfera di snobismo mai prima d’ora notata: come se tutti fossero certi del successo e del gradimento di pubblico e dovessero amplificare ogni evento decantando Tale e quale show come il migliore dei mondi televisivi possibili, l’oasi del piccolo schermo dove tutto ciò che si tocca diventa oro (in termini di ascolto).
Molti, troppi, sono stati i complimenti a chiunque. Talvolta non meritati. Alcune metamorfosi ad esempio non erano assolutamente riuscite, come quella di Dorelli presentata da Pino Insegno. Persino il Ligabue di Luca Barbareschi era raffazzonato e senza credibilità.