Il dilatarsi dei tempi fa scadere la qualità dei contenuti e dei servizi presentati. Ad esempio, uno dei reportage più interessanti della prima puntata di Propaganda live andata in onda venerdì 29 settembre, è stato il viaggio di Diego Bianchi sull’Acquarius una nave delle Organizzazioni Umanitarie non Governative. Uno sguardo inedito e particolare su realtà difficili e poco documentate. Ma anche in questo caso, la durata è stata eccessiva ed ha rischiato di far scadere l’interesse del pubblico.
Propagande live, come Gazebo, è un programma adatto alla seconda serata e rivolto ad una platea televisiva più attenta a determinate tematiche. Una platea che ha un concetto differente dell’informazione e delle tecniche comunicative, anche sulla rete di Urbano Cairo. Riteniamo perciò sbagliata la collocazione del nuovo programma che, negli altri contenuti, ha mostrato limiti, molta pretenziosità, e l’impossibilità di staccarsi dal cordone ombelicale di Gazebo.
E’ stata proprio la parte iniziale a rivelarsi la più debole, incapace di distaccarsi dal passato. A dimostrarlo gli interventi di ospiti in studio basati su tesi precostituite difficili da scalfire. Anche l’intervento di Roberto Saviano si inquadra in questo contesto. Un dejà vu troppo sfruttato e battuto, se si ricordano anche gli appuntamenti quotidiani dell’ex Gazebo Social News sulla terza rete.
Un altro momento positivo è arrivato con Mirko Matteucci che, inviato a Rimini per la kermesse del Movimento 5 Stelle, viene intervistato in maniera seria da una giornalista di Porta a Porta che lo crede un militante grillino. Cade, così il confine fra l’informazione vera e quella costruita in maniera comica: caratteristica che dovrebbe essere uno dei principali pregi di Diego Bianchi e della sua squadra e che andrebbe difesa strenuamente. Invece Propaganda live, per rincorrere le illusioni dell’Auditel e il falso prestigio della prima serata, rischia di distruggerla. Inoltre: attenzione a non sfociare nella documentaristica.
Una scelta ben riuscita è stata quella delle musiche, appropriate sia in diretta nello studio che da contorno ai servizi.
Last but not least: è urgente abbandonare quel tono da detentori assoluti delle verità sull’informazione e sui social network. Strumenti che Diego Bianchi sa usare molto bene. Ma senza esagerare.
Da correggere venerdì 9 settembre con 29 🙂
Ad ogni modo, sono d´accordo con la recensione, programma carino ma troppo lungo.
Grazie della segnalazione, abbiamo tempestivamente provveduto alla rettifica.
Concordo pienamente sull’analisi critica Di Marida ..chi scrive è una teledipendente ma della tv di qualità e che segue Zoro da sempre e che non ha mai perso una puntata di gazebo finanche recuperata sulla rete quando per forza maggiore non fosse stato possibile seguirla.qualsiasi programma anche il migliore se si dilata troppo inesorabilmente scade …la cifra di Gazebo è essere un estratto quotidiano ..inoltre Zoro avrebbe dovuto inserire qualche elemento di novità..il trasloco di rete dello stesso programma non stimola gli spettatori ..Speriamo che le nostre critiche siano costruttive e Zoro faccia autocritica..in bocca a lupo e speriamo bene sarebbe una perdita …ma Cairo se non vede ascolti prenderà i dovuti provvedimenti
L’ho trovato di una noia insopportabile