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C’erano grandi attese sul diciottesimo compleanno di Zelig che è tornato con un’edizione “gold”. Invece il livello delle performance dei comici è stato estremamente basso e discutibile, spesso persino di cattivo gusto. Il monologo di Sconsolata, ad esempio, era infarcito di espliciti doppi sensi, come anche quello di Giuseppe Giacovazzi su alcune pubblicità di creme intime. Sembra che oramai parlare di comicità equivalga a utilizzare un linguaggio volgare: il totale sdoganamento delle parolacce è oramai una realtà. Poco importa se tutto questo accade in fascia protetta, dinanzi ad un pubblico anche infantile.
A salvare letteralmente il programma è stata proprio Michelle Hunziker. La conduttrice ha dimostrato di saper spaziare in ogni settore dello spettacolo: ha cantato (certo suscitando qualche perplessità) ha ballato allegramente ostentando quasi con orgoglio il pancione di donna incinta, ha accettato le facili battute sul suo matrimonio, ha mostrato una notevole dose di auto- ironia. Insomma, abbiamo visto una Hunziker molto più matura dal punto di vista artistico rispetto al passato e rispetto alle sue prime conduzioni di Striscia la notizia.
Quasi inesistente la presenza di Rocco Papaleo che ha cercato di tenere il passo accanto alla sua partner intervenendo in qualche modo nelle performance. In tutti i segmenti nei quali i due conduttori hanno interagito, la superiorità della Hunziker era estremamente visibile.
Gli unici comici a non navigare nella melassa di banalità comica sono stati Ale e Franz e Maurizio Lastrico. Il duo comico ha interpretato una scenetta in cui due persone giocavano a carte ed una era di età avanzatissima. Lastrico ha raccontato una storia nella quale ogni parolaccia era stata sostituita da un numero: uno spiraglio di comicità anche divertente.
Tutto il resto non regge. Si è avuta la sensazione di una superficialità e di una totale assenza di creatività nella stesura dei testi. Si è rincorsa la battuta facile ricorrendo ai tradizionali sotterfugi del mestiere. Mancano il guizzo della genialità, l’eleganza e l’originalità di un racconto comico che possa lanciare un messaggio e, soprattutto, far riflettere.