La regista ha fatto capire che, alla luce dei nuovi fatti accaduti recentemente nella Chiesa, era necessario dare una nuova interpretazione dell’opera del poverello di Assisi, della sua rinuncia alla ricchezza e del suo consacrarsi alla povertà più totale. Ideali che stanno molto a cuore a Papa Francesco.
Un messaggio antico di secoli che assume oggi un significato differente nell’ottica degli scandali economici e della rincorsa al denaro che domina un po’ tutte le istituzioni, politiche e religiose.
La Cavani, infatti, ha puntato l’attenzione sul travaglio interiore del giovanotto di buona famiglia, ricco e potente che rinuncia agli agi, abbandona tutto per essere deriso, sbeffeggiato, in nome della fede e del Cristo. E’ la povertà, infatti, la vera protagonista della storia, la vera “sorella” di Francesco, che dividerà con lui un futuro di dedizione e di penitenza destinato ad attirare proseliti da ogni parte.
{module Google richiamo interno} Negli altri film della Cavani la parte iniziale della vita del poverello d’Assisi era liquidata in poche, indispensabili scene. Qui invece, la rinuncia alla ricchezza è stata affrontata con gran dovizia di particolari. La rappresentazione di Francesco è molto umana, ancorata alla terra, e la parte “spirituale” del personaggio è rimasto in secondo piano. Molto raramente si è visto, infatti, il futuro santo in preghiera. Lo si è visto, invece, impegnato in opere manuali, come la ricostruzione della chiesa di San Damiano. Una scelta ben precisa della regista consapevole che tali aspetti fossero stati già ampiamente trattati in tutte le altre rappresentazioni cinematografiche e televisive del Patrono d’Italia.
Naturalmente l’impronta della grande regista si è vista tutta: ottima ambientazione e ricostruzione dell’epoca. Costumi perfettamente aderenti al tempo raccontato, attenzione quasi maniacale ai particolari e alla scelta delle location. Nessuna sbavatura nella sceneggiatura, toni pacati. Forse da sottolineare una certa lentezza nello svolgersi degli eventi che è però funzionale alla storia raccontata.
Il protagonista,il giovane attore polacco Mateusz Kosciukiewicz ci è sembrato però un volto troppo “moderno” per impersonare il poverello d’Assisi con qualche superficialità nella recitazione. A colpire la Cavani deve essere stata probabilmente la sua aria ieratica e ispirata che ben si adatta al personaggio.
Nel ruolo di Chiara e di Elia, i due seguaci di Francesco, ci sono due italiani Sara Serraiocco e Vinicio Marchioni, Il personaggio di Chiara, in particolare, è apparso molto ben delineato, abbastanza credibile. Come credibili erano anche tutti gli altri comprimari.