Il fine di Divieto di sosta è parlare di temi strettamente legati all’attualità con esperti in studio. La prima, immediata impressione, fin dalle immagini iniziali, è stata la spartana semplicità dello studio. I due ospiti della puntata d’esordio erano accomodati su due sedie, la conduttrice in piedi, mentre gli schermi tutt’intorno alle pareti erano predisposti per i collegamenti dall’esterno.
E qui scatta la prima, incredibile defaillance del programma: le croniste inviate sui luoghi da cui si effettuavano i collegamenti sono apparse subito del tutto inadatte a ricoprire quel ruolo. Impreparate, in difficoltà nel porgere le domande alle persone che avevano accanto, con scarsa proprietà di linguaggio giornalistico, hanno dato un’immagine raffazzonata e superficiale della trasmissione. Insomma sembrava quasi di essere precipitati in una dimensione giornalistica da parodia, non assolutamente adatta alla realtà di una rete nazionale.
Dunque, prima improrogabile necessità è restituire dignità ai collegamenti. Inoltre Divieto di sosta con lo scarno studio da cui va in onda, ha voluto proporsi al pubblico come un programma all’insegna di una nuova sobrietà economica. Non a caso la prima puntata ha avuto come tema centrale il risparmio. E proprio sul problema “gli italiani riescono ancora a risparmiare in tempo di crisi? la padrona di casa ha discusso con Giuseppe Scienza, docente di matematica all’Università di Torino. Un esperto che è apparso abbastanza convincente nell’esposizione delle proprie opinioni.
La padrona di casa non è persa d’animo. Ha affrontato la sua prova al di fuori del Tg2 con una discreta padronanza, mostrando scioltezza e ponendo domande comprensibili. ma non è ancora abbastanza per conferire a Divieto di sosta una dignità tale da consentirne l’inserimento costante nel palinsesto pomeridiano di Rai2.
Infine: Divieto di sosta nasce con velleità universali: pretende di occuparsi a 360 gradi dei problemi italiani, senza trascurare altri argomenti legati al territorio, alla cultura, al patrimonio paesaggistico e non. Tutto ciò potrebbe rappresentare un progetto di ampio respiro dinanzi al quale non restare indifferenti. Ma c’è un problema da risolvere: la fidelizzazione del pubblico al pomeriggio di Rai2. Questo pubblico restio a puntare il telecomando sulla rete diretta da Angelo Teodoli e sempre alla ricerca di nuove proposte, potrebbe fuggire ancora una volta dinanzi ad una proposta non convincente.
Con questi presupposti bisogna correre subito ai ripari, prima che sia troppo tardi.