Quest’anno, nel nuovo studio milanese di Corso Sempione, la Cabello appare più sicura e spigliata, passa dall’ironia a momenti più seri mostrando di saperli gestire entrambi. Ben condotta la doppia intervista ai sindaci di due paesi terremotati ai quali ha posto domande non scontate. Buono anche l’inizio con le immagini dell’elicottero che portava la Cabello da Roma a Milano e con successivo lancio con il paracadute della padrona di casa: una sottile e ironica presa in giro dell’Isola dei famosi. Il valore aggiunto è la presenza di Luca Giurato, condensato del miglior umorismo televisivo di tutti i tempi. Un personaggio che andrebbe valorizzato in maniera migliore dal punto di vista spettacolare. Giurato era a Torino, presso una delle tante famiglie che seguono le partite di calcio da casa propria e commentano i risultati. Quasi un gruppo di ascolto che, però, vede quello che la Rai non può più vedere a quell’ora: i goals. Da Roma, invece, c’è Max Giusti, vecchia conoscenza della trasmissione: indimenticabile la sua imitazione di Claudio Lotito.
Il coinvolgimento di persone comuni sia in studio che in collegamento, come supporter delle varie squadre di calcio in campo, regala al talk show un’immediatezza e una spontaneità quasi tipiche dei vecchi canovacci teatrali. Si ha la sensazione, infatti, che molto sia improvvisato. La stessa padrona di casa passa da un opinionista ad un ospite in studio, apparentemente senza alcun collegamento logico, affidandosi a quel che le accade intorno.
Discorso a parte meritano Virginia Raffaele e Ubaldo Pantani. Le rispettive imitazioni di Nicole Minetti e Matteo Renzi, non hanno deluso le aspettative e sono apparse gradevoli. La Raffaele, nella parodia, appariva in perenne conversazione telefonica, con il cellulare letteralmente attaccato all’orecchio. Pantani ha dato un’immagine disinvolta del sindaco di Firenze, sottolineandone le caratterische politiche e comportamentali.
Il momento meno riuscito è coinciso con l’intervista in studio a Riccardo Scamarcio, naturalmente in promozione con il suo film Il rosso e il blu. Ad un certo punto, con la presenza di Pantani, nel ruolo di Renzi che sparava battute a raffica, si è avuta la sensazione che l’attore avesse qualche difficoltà a comprendere l’ironia del comico.
Infine gli ascolti: bassi per l’esordio avvenuto senza alcuna vera concorrenza da parte delle altre reti generaliste. Solo 1.156mila spettatori con l’8,26% di share. Lo scorso anno Quelli che il calcio fu molto apprezzato dalla critica, evento che ne ha decretato l’attuale ritorno in video anche se in formula diversa. Questa volta, però, il pubblico di riferimento non è quello amante del calcio, migrato su altri canali. Quelli che… adesso, è un talk show, ironico, intelligente che deve trovare una collocazione e un target specifico di telespettatori.