Altro che il bancone di Striscia, sua unica occupazione televisiva. Poi l’abbiamo vista negli spot come testimonial di una famosa marca di gioielli. Immagine preziosa da primadonna, secondo quanto si era proposta alla vigilia. Signora incontrastata del Festival accanto alla quale mamma Rai non ha affiancato nessun’altra compagna di viaggio per non oscurarne la luce.
Dunque Baglioni. Favino- Hunziker si sono concesse delle libertà maggiori, tutte naturalmente studiate a tavolino ma che apparentemente potevano anche dare la sensazione di essere state improvvisate.
La verità è che nulla, in questo festival è stato lasciato al caso, ogni particolare è stato studiato a tavolino a partire dalle gag e dai dialoghi con gli ospiti. Favino si è concesso goliardie varie: alcune talmente infantili da evocare dispetti dei bambini. Il “direttore” Baglioni ha voluto trasformarsi in “dittatore artistico” spezzando persino la bacchetta del “maestro dei maestri” Peppe Vessicchio. Una gag, naturalmente. E l’insieme di gag ha sostituito l’ingombrante e temuta presenza dei comici come Maurizio Crozza che lo scorso anno era presente con una copertina quotidiana.
Sanremo 2018, in molti momenti, ha assunto i toni della commedia all’italiana trasformandosi in un comedy-festival- show. E poi, a tarda ora in un late festival show che non è stato immune da momenti di defaillance e inconvenienti tecnici.
Ma c’è un particolare di grande importanza: Sanremo 2018 è stato salvato dai cosiddetti “grandi vecchi”. Da Ornella Vanoni a Pippo Baudo, da Gino Paoli agli stessi ex componenti dei Pooh che sbucano come funghi in ogni piega musicale della manifestazione. Per non parlare della simpatica signora ottantatreenne che balla con Lo Stato Sociale. Per fortuna, in questa puntata, c’erano i bambini del Coro dello Zecchino d’oro ad abbassare l’età anagrafica.
La quarta serata festivaliera ha inseguito e raggiunto l’obiettivo che si era prefisso Baglioni: cantare e dare spazio alla musica. Una serata infinitamente lunga e infarcita di ospiti.