{module Google ads}
Come d’abitudine, Safiria Leccese anticipa i temi della puntata, che si occuperà di “luci ed ombre“. Oltre agli ospiti fissi, c’è padre Luciano Lotti , monaco cappuccino che vive a San Giovanni Rotondo.
Una clip contenente anche filmati e foto dell’epoca ricostruisce la complessa vita di Padre Pio e tutti i miracoli che l’hanno portato alla santificazione. Durante il Giubileo, per una settimana la sua salma verrà esposta in Vaticano.
Safiria Leccese introduce Giuseppe Mainini, un ex pilota di rally che è ritornato a camminare, sembra, per intercessione di San Pio. L’uomo aveva subìto un incidente stradale che lo aveva costretto a vivere su una sedia a rotelle.
Dopo essersi svegliato dal coma in cui era caduto, in ospedale trovò un’immaginetta di Padre Pio. Mainini è andato a San Giovanni Rotondo per pregare il Santo e in quella circostanza è riuscito ad alzarsi dalla carrozzella. La conduttrice lo intervista in studio.
L’inviata Alessandra Borgia è a San Giovanni Rotondo, nella sagrestia della chiesa di Santa Maria delle Grazie. Insieme ad un frate cappuccino, mostra una tonaca appartenuta a Padre Pio, che indossava quell’abito nel 1918, quando ricevette il dono delle stimmate.
Un mistero legato a Padre Pio è legato ad un fazzoletto. Da un lato, è impresso il suo volto, dall’altro quello di Gesù Cristo. La vicenda nasce nel 1967, quando i signori Cavicchi dal Veneto si recarono da Padre Pio. Il signor Cavicchi lo diede al Santo per asciugarsi il sudore. Poi, dopo la sua morte, il fazzoletto venne lavato ed apparvero le due immagini. La questione è misteriosa: i Cavicchi sono morti e al momento non si sa dove sia custodito.
L”argomento è affrontato dal professor Giulio Fanti, già intervenuto nel corso della prima edizione quando si parlò della Sacra Sindone. Il docente ha analizzato il fazzoletto originale, (in studio c’è una copia fotografica) che avrebbe impressi dei pigmenti. Si tratterebbe, insomma, di un dipinto. Fanti si pone quest’interrogativo: “È stato realizzato da una mano umana o divina?”
Soltanto per aver detto questo, Cecchi Paone si scatena. Attacca prima lo studioso per quanto sostenuto, non facendolo parlare e comportandosi in modo molto maleducato. Poi ne ha anche per la Leccese: “Sei stata scortese a tenermi in silenzio fino ad adesso!” Fanti minaccia di andare via perchè si sente offeso.
Vuole le scuse di Paone, che però non è intenzionato a dargliele. Interviene anche Paolo Brosio e si rischia di perdere la bussola. La conduttrice è in difficoltà e manda un rvm nel quale si mostrano le ricerche della scienza sul discusso fazzoletto. Va bene la discussione, ma quando si eccede nei toni si rischia di rovinare tutto. Cecchi Paone ha decisamente esagerato nel suo ruolo di opinionista laico.
Pronto ad intervenire sul tema anche il prof. Luigi Garlaschelli, da quest’anno opinionista fisso. Il docente dell’università di Pavia mostra concretamente come ottenere l’impressione di un’immagine, tramite un solvente, su una tela. Un’operazione che dura pochi minuti.
“Se lei avesse visto il fazzoletto originario, si sarebbe accorto che non c’è passaggio di pigmento fra le due facce del tessuto“, ribatte Fanti al collega. Tra i due accademici, però, i toni restano rispettosi, pur con pareri opposti. Padre Lotti ammette: “Quando si tratta di cose del genere di solito sono molto critico, ma è indubbio che Padre Pio lasci stupiti“.
Altro interrogativo storico su Padre Pio riguarda le stimmate: molti hanno sollevato dubbi sull’autenticità di questi segni sul suo corpo. Il noto padre Agostino Gemelli scrisse che quelle ferite sarebbero scaturite da “una malattia mentale” del religioso. I segni poi sono spariti dopo la sua morte. Su questo ultimo aspetto, Brosio dice senza dubbi: “Ci troviamo di fronte ad un miracolo!”
Padre Lotti ha portato in studio una copia della lettera nella quale Padre Pio raccontava cosa avvenne quando ricevette le stimmate. In un servizio, una voce legge quanto scritto dal frate. Eccone uno stralcio: “Mi vidi dinnanzi un personaggio misterioso, con le mani, i piedi e il costato che grondavano sangue. Mi sentivo morire e sarei morto se il Signore non avesse sostenuto il mio cuore, che sentivo sobbalzare“.
Safiria Leccese si ricollega con Alessandra Borgia. La giornalista mostra il fazzoletto con il quale Padre Pio si asciugava le piaghe. Ci sono macchie di sangue ancora evidenti. Pare che la piaga più dolorosa fosse quella che aveva sulla spalla destra. Un dettaglio che il Santo avrebbe rivelato a Karol Wojtyla, futuro Papa Giovanni Paolo II.
Su Padre Pio ci sono stati anche sospetti di presunti rapporti con donne che frequentavano la sua Chiesa. Stando a quando mostrato da un servizio, Papa Giovanni XXIII inviò in Puglia un emissario per indagare: la relazione fu impietosa. L’arcivescovo di Manfredonia, però, smentì categoricamente le accuse rivolte al frate, tra cui il fatto che avesse avuto rapporti carnali con quelle donne. Sembra però che Roncalli non avesse mai visto di buon occhio Padre Pio, quindi potrebbe esserci un pregiudizio di base.
Poi, le lotte con il demonio, con cui Padre Pio disse di aver avuto scontri fin da piccolo. Stando anche ai suoi scritti, si trattava di lotte durissime, che avvenivano soprattutto di notte.
Padre Lotti smentisce molte delle affermazioni sostenute nel servizio e rivela che a Papa Giovanni XXIII arrivarono molte informazioni errate sul conto di Padre Pio.
“Gli uomini di Chiesa possono sbagliare“, dice Don Davide Banzato. “L’importante è che Padre Pio per la Chiesa sia Santo. È stato fatto un accurato studio che poi ha portato alla sua santità e quindi anche le sue stimmate sono state giudicate vere“, conclude. Ancora schermaglie tra Paone e Paolo Brosio, che afferma con vigore: “Perchè la Chiesa l’ha trattato così? Non c’era bisogno!“.
Il lungo blocco su Padre Pio si conclude con l’intervento di Elia Stelluto, fotografo di Padre Pio. L’uomo parla con Safiria Leccese, a cui rivela il suo rapporto con il religioso.
Già lo scorso anno c’era stata una puntata in gran parte dedicata a Padre Pio. Inevitabile qualche ripetizione, ma nel complesso la questione è stata affrontata in maniera più ampia, con elementi a sorpresa e con ricostruzioni esaurienti, capaci di affrontare il tema dalla prospettiva della fede e da quella della scienza.
Ed ecco Pippo Baudo. Il conduttore svela di aver conosciuto personalmente Padre Pio, insieme ad una comitiva di amici, tra cui c’era Renzo Arbore. Dice: “Era molto sofferente, stava su una sedia a rotelle. Ci ha squadrato con il suo sguardo intenso, poi mi chiese: ‘Sei venuto per fede o per curiosità?’ Io risposi: ‘Per curiosità’. E mi cacciò via“.
Il conduttore siciliano confida di essere stato colpito nel ’72 da un tumore alla tiroide, combattuto e sconfitto con il sodio radioattivo. Un trattamento che lo costrinse a stare isolato dal mondo, chiuso in una stanza per una settimana. “Un’esperienza umana bellissima, perchè tutte le sere sotto la porta mi arrivavano dei bigliettini dei malati che pregavano per me“, dice.
“Come immagino il mio futuro? Voglio studiare, leggere, continuare a frequentare i miei amici“, afferma mostrando tutta la sua vitalità. “Mi pongo spesso cosa ci sia dopo la morte, è un interrogativo a cui penso tante volte“. Baudo confessa di aver ammirato molto, tra gli uomini di Chiesa, Giovanni XXIII, il “Papa buono”.
L’ultimo blocco della trasmissione è dedicato ai casi degli abusi sessuali compiuti da alcuni ecclesiastici, condannati fermamente da Papa Francesco. Scoop della trasmissione: rintracciato don Gino Flaim, il sacerdote che disse “Capisco la pedofilia, non l’omosessualità“. A causa di queste assurde dichiarazioni, il religioso è stato allontanato dalla parrocchia di sua competenza a Trento. Intervistato, dice: “Non intendevo la pedofilia come atto sessuale, non lo sapevo“.
In collegamento c’è padre Fortunato Di Noto, da anni in prima linea contro la pedofilia. In studio c’è anche l’editorialista di Panorama Carmelo Abbate, autore nel 2012 del libro-inchiesta “Golgota, viaggio segreto tra Chiesa e pedofilia”.
I numeri del fenomeno sono allamanti. Tra il 2004 e il 2013 sono stati 884 i sacerdoti cacciati dal Vaticano per abusi sessuali su minori. Anche alcuni vescovi sono stati coinvolti in vicende del genere. Benedetto XVI ha introdotto il reato di pedopornografia tra gli ecclesiastici ed allontanato quasi 400 sacerdoti durante il suo pontificato.
Durissimo Cecchi Paone: “Mi fanno schifo queste cose“. Brosio: “È una sconfitta per tutti, per i bambini e per la Chiesa. Provo un dolore profondo guardando queste situazioni“. In studio, sotto falso nome e con il volto oscurato dalle telecamere, un uomo che ha denunciato un sacerdote per aver abusato di lui durante la sua adolescenza, dai 13 ai 17 anni.
“Lui diceva di volermi bene, con la sua mente mi bloccava. Facevo quello che lui diceva.Non so come spiegare il fatto che tornassi da lui nonostante quello che faceva.“, afferma. Tra i due ci sono stati rapporti intimi completi, quasi tutti i giorni. “Quando ho capito che faceva lo stesso anche con altri, mi sono reso conto che non mi voleva bene, ma che era malato“, prosegue.
Dopo molti anni, l’uomo decise di rivedere il prete, portando con sè una telecamera nascosta. Viene mandato in onda un breve stralcio del filmato, molto forte. Il sacerdote lo invita ad andarsi a curare e ad affidarsi alla preghiera. Poi la denuncia. Una testimonianza che lascia sgomenti per quanto accaduto ad una persona plagiata da chi pensava potesse proteggerlo in virtù del suo ruolo.
I commenti su quanto ascoltato sono unanimi: si tratta di episodi riprovevoli, da denunciare ad ogni costo. Don Banzato: “Anche Gesù nel Vangelo usa parole durissime contro chi si macchia di questi crimini contro i bambini“. Cecchi Paone allarga il discorso in una prospettiva più generale, affermando che la maggior parte degli abusi sessuali sui bambini avviene nelle famiglie. Abbate attacca la Chiesa: secondo lui, molti vescovi non affrontano il problema in modo diretto, cioè con la denuncia, ma tentano di risolverlo soltanto trasferendo il sacerdote coinvolto da un’altra parte.
Un altro caso spinoso è accaduto pochi giorni fa in Sicilia: un vescovo ha permesso ad un prete, don Carlo Chiarenza, di concelebrare la Messa insieme ad altri colleghi. Chiarenza, però, nel 2013 è stato condannato per pedofilia dal tribunale ecclesiastico e gli è stato imposto l’allontanamento dalla Sicilia per 8 anni. “Il vescovo non capisce che il prete ha commesso un reato e non un peccato“, dice Abbate.
Don Carlo Chiarenza viene intervistato e si difende. Secondo lui le accuse nei suoi confronti sono assurde e si sente profondamente deluso da tutto ciò che è stato detto sul suo conto. “Io non ho mai avuto nessun avviso di garanzia, ho voluto io essere interrogato sulla questione. Liberamente ho chiesto al vescovo di essere allontanato dalla Diocesi per non intromettermi nelle indagini“, afferma. Cecchi Paone: “Se si accerta che questo sacerdote è un pedofilo, il vescovo, di conseguenza, è un suo complice“.
Safiria Leccese legge la lettera scritta dal ragazzo che ha subìto abusi dal sacerdote siciliano. Una lettera nella quale trasuda tutta la rabbia e la delusione per quanto accaduto e quanto ancora sta succedendo, dati gli ultimi sviluppi.
Collegamento con Taormina, dove si trova Diego Dalla Palma. Il noto truccatore racconta una sua analoga esperienza, vissuta in giovinezza, quando era in collegio. “Anche nel mio caso, questo prete diceva di volermi bene. Un altro sacerdote abusava, con pesanti violenze, su un mio compagno. Quello che mi dispiace è di non essere intervenuto in tempo e non aver denunciato quanto vedevo“. Baudo: “In questi casi non è possibile perdonare“.
Prima della chiusura, doveroso atto di scuse di Alessandro Cecchi Paone nei confronti di Safiria Leccese, cui il giornalista si è rivolto in maniera maleducata durante il dibattito sull’autenticità del fazzoletto che ha impresso su un lato il volto di Padre Pio e sull’altro quello di Gesù.
La strada dei miracoli torna martedì 27 ottobre su Rete 4 a partire dalle 21.15.