Nella prima parte della lunga intervista rilasciata al conduttore, Silvio Muccino ha raccontato la sua difficile esistenza di secondogenito alle prese con genitori letteralmente alla deriva, e con un fratello dalle caratteristiche di uomo violento che mai avrebbero dovuto diventare di pubblico dominio.
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Sembrava di essere catapultati all’improvviso in una delle più becere soap opera, con una famiglia trasformata in un covo di segreti. Tra questi, quello principale è stato custodito da Silvio Muccino per ben otto anni.
Un nucleo familiare dal doppio volto, nel quale, ha fatto capire l’attore e regista, era letteralmente impossibile vivere. L’ospite di Giletti ha raccontato retroscena davvero inimmaginabili, ed eventi che sono stati tenuti nascosti ai media per oltre quattro anni. Fatti di una gravità indicibile, inclusa la falsa testimonianza resa da Silvio Muccino ai giudici a proposito di una denuncia fatta a Gabriele dalla moglie Elena Maglioni. La donna infatti, violinista, era stata violentemente colpita da un ceffone che le ha compromesso l’udito. Silvio Muccino ha poi svelato di aver ritrattato quella che oggi ha chiamato falsa testimonianza.
Tutta l’intervista ha ruotato intorno al rapporto tra i due fratelli, tra i quali ad un certo punto si è inserita la sceneggiatrice Carla Evangelista. Secondo Muccino senior e i genitori, la Evangelista avrebbe completamente plagiato la sua personalità, spingendolo a compiere azioni non consone ad un componente della loro famiglia.
Silvio Muccino ha lasciato anche chiaramente capire di averci pensato a lungo, prima di entrare nello studio di Giletti e di confessare i segreti e i veleni della sua famiglia. Ha parlato di lettere inviate a lui sia dal fratello che dal padre. In particolare, il genitore gli intimava di tacere, altrimenti gli avrebbe rovinato l’immagine rilasciando interviste alla stampa. “Nessuno mi ridarà più questi anni persi”, ha detto il ragazzo. E alla domanda di Giletti se esiste la possibilità di una riconciliazione con il fratello, ha risposto: “Non voglio essere ipocrita, ma non riaprirò più la porta a mio fratello”. Ha fatto così chiaramente intendere che l’intervista di oggi pone definitivamente la parola fine alla diatriba dei due Muccino e della famiglia. In passato, Silvio era già stato ospite del talk show di Daria Bignardi, dove aveva replicato alle dichiarazioni del fratello.
Un segmento di televisione estremamente discutibile, che ha fatto venire in mente uno dei primi programmi sulle liti televisive: C’eravamo tanto amati. A guidarlo c’era Luca Barbareschi, era il 1989; la tv dei veleni familiari si è evoluta, ma questo intervento di Silvio Muccino ha fatto toccare a questo genere televisivo una nuova vetta. O meglio: il fondo.
Subito dopo, in studio si è accomodato Gigi Proietti. In promozione per la seconda stagione di Una pallottola nel cuore, l’attore romano ha ricordato i tempi in cui gli addetti ai lavoratori sostenevano che non bucasse lo schermo. Poi è arrivato Il Maresciallo Rocca, e il resto è a tutti noto.