L’apertura della puntata presenta un tema che vuole infrangere un tabù: quello dell’amore durante la terza età, poi si passa ai pareri poco lusinghieri verso il nuovo presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump.
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Un palco affollato questa sera, con molti ospiti provenienti da ambiti diversi, radunati come solo un consumato padrone di casa come Maurizio Costanzo può fare. In particolare crea qualche ansia la compresenza di D’Agostino e Sgarbi, che in questa serata tenteranno di rappacificarsi. Il critico d’arte parte subito con un appello, nel suo particolare sitile, a tutti i turisti affinché visitino l’Umbria nonostante la vicinanza con l’epicentro del sisma in centro Italia.
Il consueto cerimoniale del programma viene interrotto da una precisazione di Costanzo riguardante la puntata scorsa, che riabilita il marito di Lucia Anniballi, accusato (a torto sembra a giudicare da vari articoli che parlano della sua esperienza) di essere stato assente per sua moglie dopo la tragedia.
Dopo la doverosa rettifica, si torna ad uno degli argomenti principali del programma e del mondo dell’informazione: Donald Trump. Vediamo un tratto dell’intervista del 2002, in cui stentiamo a riconoscere nel gentleman del video il feroce e intrasignete rivale di Hillary Clinton.
L’entrata in scena di Rubicondi è per Sgarbi il momento per millantare una relazione con Ivana Trump, a suo dire, avvenuta quando era ancora la signora Trump in carica e parte con la sua personale invettiva contro il matrimonio.
Al primo stacco pubblicitario rimaniamo con quello che gli appassionati di serie tv d’oltreoceano chiamerebbero cliff hunger, con un Rossano Rubicondi intento a chiamare l’ex moglie che condivide con il presidente eletto degli USA, per qualche commento a caldo.
Un cliff hunger frustrato, tuttavia. Al rientro Costanzo chiede a Vittorio Feltri un parere sull’amore in terza età, ottenendo una posizione piuttosto intrasigente sia sul sesso senile sia sul divorzio, troppo dispendioso per il direttore di Libero. Non è generoso verso il matrimonio Mughini, che si dimostra scettico sull’amore stesso, e fa da preludio ad una discussione dal tono polemico tra sostenitori del cinismo di Feltri e sostenitori della Izzo, più romantica.
Il tutto condito dalle momentanee interruzioni di Rubicondi, ancora alle prese con l’intervista telefonica con Ivana. Stranamente muto Vespa, che non si getta nel mucchio finché non viene interpellato. Lui parla della rivoluzione sessuale che ha liberato i costumi sessuali della donna e accenna ai suoi figli, che definisce poco stanziali sentimentalmente, e dunque “rei” di frustrare la sua voglia di diventare nonno.
Il discorso passa poi al problema della difficoltà delle nuove generazioni nel cercare di avere figli, a causa delle poche prospettive economiche e anche di un minore desiderio sociale di assumersi responsabilità come quella genitoriale.
Nessuno di questi discorsi sembra intaccare il glaciale Feltri, non molto a suo agio con il bisnipote, che gli ricorda la sua età. Subito dopo esplode un duello tra la Izzo e Sgarbi, in cui il critico d’arte enumera le amanti del direttore di Libero e poi parte all’attacco contro l’ospite, anche se le ragioni che espone non risultano molto comprensibili, sia per i toni, sia per i repentini cambi di argomento.
La polemica degenera presto, con capofila Sgarbi, che monopolizza la scena fino a farsi redarguire per il suo turpiloquio dal padrone di casa Costanzo, inutilmente purtroppo. Il morigerato Vespa sembra un pesce fuor d’acqua in questo caos, che vede anche un ulteriore tentativo di contattare Ivana Trump, anch’esso fallimentare.
Il gustoso dialogo tra i due conduttori che segue, somiglia ad un confronto tra insegnanti che discutono di alunni problematici, durante il quale Costanzo ammette di aver accettato troppi ospiti e fa anche un ironico mea culpa per aver lanciato Sgarbi anni prima, peraltro in una puntata della stessa trasmissione.
Al rientro dalla pubblicità si arriva ad una tregua: a dominare la scena è Bruno Vespa, che presenta il suo libro “C’eravamo tanto amati”, saggio che passa in rassegna secondo un’ottica critica la storia moderna e contemporanea dell’Italia, con un occhio di riguardo verso l’evoluzione della donna. Un intervento lampo, dopo il quale Vespa lascia lo studio.
Un intermezzo di Giobbe Covatta, è un interessante diversivo prima di arrivare alla fatidica telefonata con Ivana Trump, orgogliosa della vittoria dell’ex marito per il quale ha votato, sembrerebbe, ma sul quale è piuttosto riservata. Tutto ciò che afferma è che i due si sentono tutti i giorni.
Le note di Stevie Wonder, dedicate alla mancata first lady, fanno da cuscinetto per tornare a parlare con Giobbe Covatta, che fornisce i suoi “consigli erotici per anziani”.
Il passaggio al tema successivo, quello delle truffe agli anziani, risulta un po’ brusco, ma il vice-questore aggiunto (non chiamateli commissari!) Sara Scola riesce a spiegare bene le problematiche legate a questa piaga sociale, purtroppo sempre più diffusa.
Un fenomeno legato alla solitudine degli anziani, che spesso abbassa le difese contro coloro che intendono approfittare della loro fiducia. Le teorie degli ospiti su chi sia più esposto tra gli uomini e le donne a questo genere di raggiri non sono tra loro concordi e aprono una nuova discussione, che tuttavia non prende piede come la precedente.
Vittorio Sgarbi riprende la scena, ma con un tono nuovo, più pacato, che gli permette di ricordare la madre e l’amore che la legava al padre, ancora innamorato in terza età. Un inaspettato risvolto romantico per il critico d’arte, fino ad allora criticato dalla Izzo per la sua visione dell’amore ben poco poetica.
Arriva poi il momento dell’ormai dimenticato Giorgio Manetti, uno dei volti di Uomini e Donne, rimasto fin’ora in disparte e ora interpellato per la sua esperienza e passione per le donne più grandi lui, coltivato fin dalla tenera età.
Ma il momento clou della puntata arriva con l’atteso confronto tra Sgarbi e D’Agostino, riuniti su un divano e ora accomunati da reciproca stima tra due “caratteri dannunziani“.
D’Agostino sembra impietoso verso la retorica della rottamazione, qualche anno fa portata avanti da Renzi, e considera con piacere che l’età media degli ospiti è invece elevata.
I due ex rivali ridono nel rivedere il loro confronto passato, piuttosto violento, impossibile a detta di D’Agostino nella tv moderna, che taccia di ipocrisia a causa di nuove regole che garantiscono il politically correct. Quest’ultimo tema solleva una nuova discussione accesa in cui lo scontro tra la visione pragmatica della Boralevi e la retorica della Ripa di Meana, viene interrotto dalla pausa pubblicitaria.
Al rientro assistiamo all’epica stretta di mano tra D’Agostino e Sgarbi, che hanno già avuto occasione di lavorare insieme ad un programma sull’arte. Una domanda caustica di Tina Cipollari, ossia perché Dagospia non attacchi mai gli amici del suo direttore, è per Roberto D’Agostino l’occasione per parlare del senso della famiglia in Italia, del valore dell’amicizia, da difendere anche a costo di prendere decisioni discutibili.
Viene aperta una parentesi per dare la parola alla signora D’Agostino, un esempio di amore che resiste all’età.
Una parentesi romantica prima del terzo round tra Simona Izzo e Vittorio Sgarbi, che continuano a scontrarsi, forse nell’attesa di rappacificarsi in una puntata futura come i due ospiti sul divano.
La conversazione successiva tra Mughini, Sgarbi e D’Agostino diviene particolarmente difficile da seguire, estremamente veloce e in alcuni punti contraddittoria, ma regala una spiegazione interessante sulla passata ostilità tra i due titani dei talk. E’ su questa riconciliazione che si arriva alla passerella finale.
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