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La puntata si apre con l’editoriale di Santoro: il giornalista fa un excursus su Trump, le cui dichiarazioni ricordano quelle di Hitler, per poi concentrarsi sul PD, impegnato a dividersi anziché preoccuparsi della tragica situazione lavorativa dei giovani. L’invettiva procede etichettando l’attuale situazione politica del Paese come una “lunga notte dei coltelli”, mentre i giovani sono disgustati: “Quelli che si impegnano in politica, sognano un repulisti. Gli altri osservano da lontano una serie di capi”. In tutto ciò, non ci sono più fascisti e comunisti, ma i ragazzi di Roma Nord e quelli di Roma Sud.
Parte il reportage: i ragazzi dei Parioli, tra auto elettriche truccate e vizi, confrontati con i coetanei della borgata. “Ci etichettano come ignoranti -dice una ragazza- ma alla fine gli ignoranti sono loro, perché spendono 600 euro per un orologio”. La narrazione si fa presto dramatica: scontri tra bande, fascinazioni fasciste di chi pensa di “vigilare sul quartiere” e fa gruppo pestando chi no ha la stessa appartenenza. Ancora: la cocaina, spettro che si aggira nelle scuole. Di spalle, uno studente racconta quanto la cocaina sia presente nel suo istituto, dove i genitori preferiscono pagare 7mila euro di retta per assicurarsi la promozione del figlio: il liceo in questione è il Visconti, che ha diramato una nota prima della trasmissione. Nella nota però, anziché smentire la denuncia del ragazzo, viene attaccato come problematico: non viene invece chiarito nulla sul giro di droga, né sul fatto che molti smercino la droga per togliersi ogni genere di sfizio.
In studio, Santoro introduce gli ospiti: Costantino Della Gherardesca, da Il Collegio Veronica, Dimitri, Filippo e Arianna. In collegamento invece, Umberto Galimberti. Il conduttore dà molto spazio alle parole dei quattro, lasciando che condividano alcune esperienze importanti: la morte di un amico per droga, l’adozione e la difficoltà di farsi accettare.
Riguardo gli stupefacenti invece, emerge che oggi le droghe non hanno più alcuna cultura di riferimento: sono più viste da un punto di vista “farmacologico”. Galimberti sottolinea che se i ragazzi non hanno impegni come il lavoro, allora tanto vale dormire il giorno e vivere la notte; in una società dove tutto p competizione, dove un collega è un concorrente, allora la droga offre una sorta di servizio a chi la consuma.
Dopo la pubblicità, la riflessione si allarga ai genitori. In particolare sulla figura materna: il reportage ci mostra le madri di due “babyricchi”, di cui non può non saltare all’occhio la frivolezza. Una di loro dice che il figlio adolescente ha riniziato a frequentare gli amici solo quando gli hanno comprato la macchinina, perché prima stava sempre in casa a chattare.
La seconda parte del reportage indaga pure dall’altra parte della città: quelli che devono lavorare per comprarsi qualcosa, talvolta con storie di precedenti penali. A Piazza Cavour c’è stato un violento scontro: tra i ragazzi della “Roma bene” è spuntato fuori un coltello, convinti di difendere il territorio da chi ha sconfinato. Ma quelli di Roma Sud non ci stanno: com’è possibile che non si possa fare una passeggiata lì? Non è mica il Bronx.
Galimberti spiega che le mappe emotive e cognitive si formano nei primissimi anni di vita: se i genitori non ascoltano né prestano attenzione a come i figli vedono il mondo, qualcosa si incrina. Da qui deriva la fame di oggetti, surrogato delle carenze genitoriali. Per il ragazzo uscito dal carcere invece, visto nel servizio, la declinazione della ricchezza è tradotta in maniera diversa: possedere oggetti di valore per avere qualcosa di sé da mostrare.
Galimberti sottolinea che se manca il desiderio, allora non vi è nemmeno la spinta propulsiva a impegnarsi in qualcosa. Intanto i ragazzi del Collegio aggiungono i propri commenti, concordando sul fatto che i soldi non fanno la differenza tra le persone.
Terza parte del reportage: ora si mettono a confronto le figure maschili, un padre del Fronte della Gioventù e il papà di uno degli aggrediti a Piazza Cavour. Il figlio di Eugenio Fortunio è stato colpito ripetutamente, e persino accoltellato dal branco. Ancora una volta poi, si contrappongono i “ricchi” ai “poveri”: i primi che non sanno nemmeno prendere i mezzi pubblici, i secondi alle prese con i fatiscenti trasporti romani. Dalila ha ben altro problema: vuole rifarsi il seno, e lo fa contattando un chirurgo attraverso Instagram.
Rientriamo in studio: Santoro presenta i due papà visti nel reportage. Il conduttore smentisce la versione del pestaggio data da Iorio, del Fronte della Gioventù: le telecamere in loco avevano ripreso tutto. “Mi aspettavo che qualcuno dicesse che mio figlio si è accoltellato da solo”, interviene Eugenio, papà dea ragazzo picchiato. Poi specifica: “Quello che è successo è tentato omicidio, aggravato da futili motivi: è scritto sul referto del medico legale. Se poi quei ragazzi abbiano un’appartenenza politica, a me non interessa”. Iorio tenta di spostare l’attenzione: i giovani sono tutti in difficoltà, è stato accoltellato anche uno dei suoi ma nessun giornalista l’ha scritto. Il signor Eugenio non polemizza: si limita a una versione circostanziata di quanto avvenuto.
Veronica e Filippo non hanno dubbi: c’è poco da parlare, un gruppo si è accanito su uno solo, perciò biogna solo tacere. Santoro inteprella Galimberti: “Non percepiscono la differenza tra tirare un pugno e una coltellata: psicoapatia, non distinguono ciò che è bene da ciò che non lo è”.
La puntata si conclude con il video dei The Pills, che per l’occasione diventano i superstiti della “guerra delle macchinine”. Santoro saluta il pubblico: Italia torna a maggio.