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La potenza di quelle foto sta proprio nel mostrare la ferocia degli attentati mafiosi: corpi riconoscibili, crivellati, sanguinolenti. E la denuncia funziona proprio grazie all’impatto che le immagini hanno.
La cronaca nera è onnipresente sul piccolo schermo, ma a fare la differenza è come viene trattato l’argomento: è questo il limite, per non sfociare nella pornografia. Non solo: delitti e fatti di sangue pongono domande sulla stessa società, sui diritti e le libertà, sulla possibilità di difesa. Nuovi scenari vengono aperti dai socila network, dove il fenomeno del “revenge porn” si configura come altra faccia del femminicidio: occorre allora chiedersi come educare i ragazzi, come insegnare loro a relazionarsi con la rete. Non solo: anche spiegare loro l’esistenza della violenza, con cui i ragazzi hanno sempre a che fare ma senza che vengano forniti loro gli strumenti per elaborarla.
Bianco e Nero-Cronache italiane non è il primo esperimento di questo genere. Un tentativo simile era già stato affidato a Salvo Sottile, ma l’esperienza si rivelò poco fortunata. Se però Sottile arrivava a La7 portando un “dna televisivo” da Rete4, Luca Telese è cresciuto professionalmente all’interno dell’emittente. Forte dell’esperienza a Canale 5, spiega lo stesso Telese, la sua presenza non sarà percepita come qualcosa di estraneo.
Oltre che del programma, con Telese abbiamo parlato anche di alcuni recenti casi che hanno scosso il Paese. Non vi anticipiamo di più: vi rimandiao invece alla nostra intervista.