Fulcro del racconto è l’esistenza quotidiana di due milioni e mezzo di abitanti in 57 comuni, 33 nella provincia di Napoli e 24 nella provincia di Caserta, che popolano i poco meno di 1.100 chilometri quadrati della Terra dei fuochi.
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Vengono messe in primo piano le lotte di tutti coloro che, vivendo in quelle zone, non si rassegnano allo sversamento di rifiuti industriali, tossici e nucleari tra i paesi di Aversa, Succivo, Caivano, Acerra e Giugliano. Molti se ne hanno la possibilità, abfanconano i luoghi dove sono nati i loro genitori e antenati, altri, invece, costretti a restare, respirano aria inquinata e mangiano verdura e frutta ma anche altri alimenti che li fanno ammalare e purtroppo, morire.
L’iniziativa dell’artista napoletano fa parte di un più ampio progetto benefico più ampio nel quale sono previsti un album registrato agli studi di Abbey Road con la London Symphony Orchestra, il cui singolo Malaterra è uscito lo scorso giugno, e un tour, il Malaterra Tour 2015, per una serie di concerti live che porteranno il cantautore nelle principali città del mondo. I proventi del singolo Malaterra saranno devoluti per i prossimi sette anni a #CampaniaSicura e saranno utilizzati per iniziative legate alla riqualificazione della Terra dei Fuochi.
«È un’idea nata insieme a Rubino e Crespi durante il concerto di Capodanno a Napoli, tenutosi in piazza Plebiscito. quando parlai della Terra dei fuochi. Un tema che va tenuto vivo, alto», ha detto D’Alessio. «Abbiamo deciso di fare un viaggio filmato in quella parte di Campania per mostrare a tutti che non esiste solo la camorra, il crimine organizzato, ma che c’è anche una larghissima parte di popolazione che vuole combattere quell’orrore», prosegue l’artista campano. «In Campania non abbiamo le industrie, possiamo puntare solo sull’agroalimentare, un mercato che in quell’area è stato massacrato, polverizzato, e che va recuperato con ogni forza».
«Il docufilm – spiegano Ambrogio Crespi e Sergio Rubino – permetterà di capire di che cosa si parla quando si parla di Terra dei fuochi, di camorra, di difesa del territorio. Non bisogna abbassare la guardia: è necessario vigilare, perché la Terra dei fuochi non è solo la Campania. Ci sono Terre dei fuochi in tutta Italia».